Agrigento, estorsioni in busta paga ai lavoratori: rinviati a giudizio tre indagati
Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, ha disposto il rinvio a giudizio di tre dei sei imputati dell’inchiesta “Stipendi Spezzati” avviata nel 2017.
L’operazione ipotizza un sistema di richiesta di pizzo nella busta paga dei dipendenti della cooperativa Suami di Licata, nell’Agrigentino, che opera nell’ambito delle comunità per disabilità psichiche.
Il Pm aveva chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati poiché avrebbero indotto i lavoratori ad un’iniziale decurtazione dallo stipendio che poi si sarebbe trasformata nell’apertura di un conto corrente ad hoc per i datori di lavoro, con tanto di consegna di bancomat e codice pin. Tutto ciò per evitare un ipotetico licenziamento.
Diversi dipendenti si sono costituiti parte civile. Finiscono sul banco degli imputati Maria Barba, 39 anni, ex moglie dell’imprenditore Salvatore Lupo ucciso lo scorso ferragosto a Favara; Caterina Federico, 38 anni di Licata e Veronica Sutera Sardo, 34 anni di Agrigento.
Non luogo a procedere “per avvenuta prescrizione” nei confronti di Linda Modica, 54 anni di Licata. Escono di scena dal processo, per sopraggiunta morte, Salvatore Lupo e Rosa Sferrazza, già amministratrice della coop.