Anche in Sicilia diminuiscono i minori stranieri non accompagnati: effetto Salvini?
Anche in Sicilia, meno sbarchi vuol dire meno minori non accompagnati, ma il motivo del calo del numero degli ospiti minorenni va oltre gli effetti del decreto Salvini.
Se a gennaio 2018 la Sicilia ospitava circa il 41% dei minori non accompagnati presenti sul territorio nazionale, pur non perdendo il primato di Regione più ‘accogliente’ d’Italia, il dato è mese dopo mese sensibilmente sceso, fino ad attestarsi a gennaio 2019 al 33,2%. Degli 8.971 minori stranieri non accompagnati registrati in Italia, di cui 8.300 maschi e 671 femmine, sono ospitati in strutture siciliane ben 2.978 soggetti. Tra questi 301 sono di sesso femminile, il 44,9% del totale nazionale. È quanto emerso dall’ultimo Report Mensile Minori Stranieri Non Accompagnati (Msna) in Italia della Direzione generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione – Divisione II del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali aggiornato al 31 gennaio di quest’anno.
Mettendo a confronto i report mensili degli ultimi anni, in generale, a livello nazionale, si registra un progressivo decremento degli ingressi di minori stranieri non accompagnati: al 31 dicembre 2016 erano circa il doppio rispetto all’ultima rilevazione (17.373 unità, di cui il 93,3% maschi), e costituivano il 45,7% in più rispetto al 31 dicembre 2015 e il 25,3% in più rispetto al 31 agosto 2016.
Mentre la narrazione mainstream mette continuamente l’opinione pubblica dinanzi a notizie di continui sbarchi di donne e bambini, almeno tra i minori non accompagnati, secondo questi dati recentissimi, quelli con età compresa tra 0 e 6 anni sono solo 85 (25 le bambine) e cioè lo 0,9% del dato complessivo nazionale. Hanno invece tra i 7 e i 14 anni 576 minori, il 6,4% del totale. Il 7,7% (693 soggetti) è costituito da adolescenti quindicenni, mentre sono assai significative le percentuali riguardanti i sedicenni, il 23,7% (cioè 2.130 minori) e i diciassettenni che sono ben 5.487 e cioè 61,2%. Del totale, 4.492 sono comunque irreperibili.
La minore età, in applicazione delle convenzioni internazionali di tutela dei minori, costituisce presupposto per l’attivazione ‘automatica’ dei percorsi di integrazione. Dal momento che la rilevazione è affidata spesso soltanto alle dichiarazioni dei richiedenti, è sempre dietro l’angolo il rischio che questa sia distorta. In assenza di documenti anagrafici, molti sono così registrati nati l’1 gennaio. Degli sbarcati dall’ormai celebre nave Diciotti, secondo le fonti del Viminale, su 41 sono ben 16 i nati il primo giorno dell’anno.
L’Associazione Diritti e Frontiere denuncia da anni come la presunzione di maggiore età venga “applicata con larga discrezionalità […] con il risultato che spesso minorenni anche di sesso femminile e spesso vittime di tratta vengono dichiarate maggiorenni”. Allo stesso modo, come peraltro cristallizzato in recenti inchieste, dichiararsi minorenni consente l’immediato inserimento in progetti e strutture di accoglienza costruite per trasformare in realtà il “superiore interesse del minore”, e salva dall’eventuale immediata espulsione, assicurando un certo periodo permanenza in territorio italiano.
I dati sono eloquenti. Al 31 gennaio 2017 i sedicenti diciassettenni non accompagnati in territorio italiano erano 9.119. Dopo l’ondata di sbarchi del 2017 (120mila arrivi) sono aumentati. Al 31 dicembre 2017 erano 11.035, al 31 gennaio 2018 già 8.952, mentre al 31 dicembre dello stesso anno 6.492 e 5.487 al 31 gennaio 2019. Se gli ingressi nel 2018 sono diminuiti significativamente, alcuni hanno lasciato il territorio nazionale e altri sono diventati maggiorenni, almeno per la burocrazia.