Annullato dalla Cassazione il decreto di confisca dei beni di Antonino Palmeri
La Seconda Sezione della Corte di Cassazione ha annullato il decreto di confisca del Tribunale di Trapani, emesso l’1 ottobre 2014, confermato dalla Corte di Appello di Palermo, nei confronti dell’imprenditore Antonino Palmeri di Castellammare del Golfo, ritenuto contiguo alla criminalità mafiosa. L’imprenditore oggi sessantanovenne, in passato, era stato coinvolto nell’inchiesta per l’attentato al giudice Carlo Palermo avvenuto nel 1985 e, processato, fu poi assolto dalla Corte di Assise di Caltanissetta.
Il Tribunale di Trapani aveva confiscato l’ingente patrimonio – 46 milioni di euro – di Palmeri e dei familiari, patrimonio acquisito in un periodo in cui lo stesso era stato considerato “socialmente pericoloso”. Tra i beni confiscati, anche il famoso residence “Grotticelli” di Scopello. La Cassazione ha annullato, quindi, il decreto di confisca, ordinando un nuovo processo innanzi ad altra sezione della Corte di Appello di Palermo.
“La sentenza della Cassazione ha rilevato l’illegittimità del provvedimento ablatorio, fondato su una serie di asserzioni del tutto immotivate. Peraltro va rilevato che detto provvedimento di confisca appare adesso, più che mai, non in linea con le regole di diritto espresse dalla sentenza della Corte Costituzionale 24 del 2019″, ha dichiarato l’avvocato Baldassare Lauria che difende l’imprenditore insieme alla collega Laura Ancona.
“La materia della confisca di prevenzione – aggiunge il legale – si muove su un sentiero legale molto approssimativo che priva il proposto per la misura di ogni garanzia di difesa, abbiamo in atto diversi ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo nei confronti della repubblica Italiana e ci aspettiamo che presto che il sistema del diritto di prevenzione venga modificato”, ha concluso il legale.