Il dibattito all’Ars, Musumeci: “Avanti così fino alla fine”. Ma arrivano stilettate…

Giornata “vivace” all’Ars per l’atteso dibattito d’Aula alla presenza del presidente della Regione Nello Musumeci, primo “confronto” dopo la seduta estremamente polemica che portò all’elezione dei tre grandi elettori del Capo dello Stato e alla successiva minaccia di azzeramento della Giunta di Governo.

Circa 40′ di intervento per il presidente che è partito proprio da quella seduta di tre settimane fa. “Non si votava per un atto programmatico ma era un voto dal valore istituzionale. Quel voto non è stata un’offesa alla mia persona ma all’istituzione che rappresenta la mia persona, ricoperta per volere dei cittadini. Il voto anomalo espresso all’interno della coalizione di governo, è frutto di autonoma iniziativa o un segnale di insofferenza verso chi presiede? Ci sono le condizioni per continuare o meglio chiudere in anticipo? Questi gli interrogativi che mi sono posto quella sera. Da qui la scelta di sentire la coalizione. Nessun partito ha chiesto di sostituire la propria rappresentanza in giunta, significa che quel voto non era frutto di scelte politiche dei partiti. Avevo bisogno di questa conferma. Fino alla fine della legislatura abbiamo tre grandi compiti da portare a termine: la Finanziaria, il Pnrr e la programmazione 2021-2017. Occorre anche fare chiarezza su alcuni temi, a partire dalla ricandidatura del presidente della Regione. Il tema non riguarda questa Assemblea, ma i partiti del centrodestra e sarà affrontato nei tempi e nei luoghi opportuni”.

Dopo la lunga relazione di Musumeci è stato assegnato a ogni capigruppo un tempo di circa 10′ per esporre le proprie posizioni e dai banchi sono partite frecciate e stilettate nei confronti del Governatore, sopratutto dai banchi dell’opposizione, che lo hanno accusato di una brusca e illogica retromarcia oltre che di aver guidato una legislatura: ovviamente dalle opposizioni è partita anche la richiesta di dimissioni. Mentre i leader della coalizione di maggioranza hanno abbassato i toni.

Giuseppe Lupo, capogruppo Pd: “Come uno struzzo di fronte a quello che gli accade intorno, nasconde la testa sotto la sabbia. Assistiamo ad un tentativo di far finta che ‘non sia successo nulla’ quando invece la crisi politica della maggioranza di governo è più che evidente. Anche il suo intervento in aula, del tutto deludente ed inconcludente, dimostra la sua inadeguatezza”.

Anthony Barbagallo, deputato Pd: “Siamo ai titoli di coda del governo Musumeci e di una legislatura partita male e finita peggio. Con un governo che si tiene in piedi dopo fratture clamorose e una compravendita di parlamentari mai vista. La coalizione non c’è più e riteniamo illegittima l’attuale composizione della stessa giunta per violazione del principio della parità di genere. È singolare che Musumeci si sia appellato al confronto mentre in questi anni ha speso il suo tempo in aula definendoci ‘pidocchi’. Musumeci ha tradito il Parlamento e l’impressione è proprio che voglia proprio sfuggire il dialogo e il confronto. E invece le iniziative più rilevanti sono arrivate proprio dall’Aula, ma la risposta del Governo è stata l’incapacità di gestire la gara per gli uffici unici della Regione, i bandi per il sostegno e i ristori alle imprese e su tutti cito il Click-day oppure le Finanziarie approvate in aula e non attuate dal Governo: cose mai viste prima”.

Danilo Lo Giudice, Sicilia Vera – presidente Gruppo Misto: “I siciliani avrebbero condiviso l’indignazione del Presidente se legata alle emergenze: la mancata riforma della forestale, la mancata riforma del sistema dei rifiuti, la mancata stabilizzazione sui rifiuti, la mancata approvazione, per il quinto anno consecutivo, del bilancio. Potrei proseguire ma di questi temi si parlerà in modo dettagliato martedì prossimo. Cosa è avvenuto perché il Presidente cambiasse idea in modo così radicale nel giro di pochi giorni?  La pandemia c’è tuttora; l’armonia interna alla maggioranza non c’è nemmeno adesso. Siamo noi i primi a chiederle di dimettersi, per uscire da quella palude nella quale non è caduto ma si è tuffato. Invece di continuare a galleggiare rassegni le dimissioni evitando altri 8 mesi di agonia”.

Claudio Fava, Cento Passi – Gruppo Misto: “Musumeci ci appare sempre più come il Conte zio dei Promessi Sposi: sopire troncare, troncare sopire. Perfino di fronte ad una mozione di censura di Forza Italia nei confronti del commissario Tuccio D’Urso, uomo di fiducia che il Presidente ha messo a capo di una struttura importantissima come quella per l’emergenza Covid, Musumeci dice che la crisi ce la siamo inventata noi. Un fatto è certo: questo presidente – che si dimetta o meno poco importa – non ha più la fiducia della sua maggioranza.”

Giusy Savarino, portavoce DiventeràBellissima: “Importante intervento del Presidente che ha ribadito i risultati del suo governo, a partire dai fondi europei spesi e certificati tutti e rilanciato sui fondi del PNRR da programmare, secondo le direttive che Roma ci ha indicato. Si sono serrati i ranghi della coalizione di maggioranza e ribadito l’importanza dell’ultimo scorcio di legislatura, senza perdersi in polemiche inutili. Sono altre le priorità su cui il governo e la maggioranza devono continuare a concentrarsi, certo confrontandosi col Parlamento, ma senza perdersi nelle beghe di palazzo che non interessano ai siciliani che guardano ai riscontri dei fatti concreti”.

Alessandro Aricò, capogruppo DiventeràBellissima: “Non c’è alcuna crisi nella coalizione. È emerso chiaramente che gli stessi partiti che hanno voluto Nello Musumeci alla guida della Regione, con la preziosa aggiunta di Attiva Sicilia che si è federata con DiventeràBellissima, lo sosterranno con convinzione nell’importante percorso che ci attende fino al termine della legislatura. Nell’agenda politica e amministrativa ci sono temi fondamentali come la riprogrammazione dei fondi europei e il Pnrr, rispetto al quale il governo regionale ha garantito la propria disponibilità a rendere partecipi le commissioni dell’Ars del lavoro di tutti i Dipartimenti coinvolti. Si lavori ora per definire le riforme bloccate come quelle su rifiuti, consorzi di bonifica, commercio, forestali e polizia locale, facendo pure fronte comune sul tema della continuità territoriale che spetta alla Sicilia“.

COVID, IL BOLLETTINO DELLA SICILIA DEL 9 FEBBRAIO: “BOOM” DI GUARITI E MENO RICOVERI

COVID IN ITALIA, IL BOLLETTINO DEL 9 FEBBRAIO: 81.367 NUOVI CASI, SALE L’INCIDENZA

COVID IN SICILIA, I DATI ANALITICI DELLE NOVE PROVINCE: BOLLETTINO 9 FEBBRAIO

Categorie
politica
Facebook

CORRELATI