Ars, la Finanziaria va ai tempi supplementari: approvati solo sette articoli su 26

Adesso c’è da augurarsi che la notte porti consiglio, serenità e concentrazione. L’Assemblea regionale siciliana non ha ancora approvato la Finanziaria e dopo due giorni di lavoro ha esaminato solo 7 articoli sui 26 totali di cui è composta.

Il presidente Miccichè dopo circa 10 ore di aula inframmezzate da alcune sospensioni ha deciso di rinviare tutto a domani, primo maggio, per continuare l’esame dell’articolo 8. E’ apparso spazientito, Miccichè. “Non esiste una maggioranza che ha scritto la finanziaria e si lamenta, che vuole intervenire su ogni cosa, mentre le opposizioni ascoltano. Stiamo esagerando, siamo ancora all’articolo 8”.

Rinvio dunque alle 11 di mattina del Primo Maggio. Non è la prima e non sarà l’ultima volta che si “sfora” la scadenza del 30 aprile (ma il regolamento lo consente “bloccando” di fatto l’orologio) e non sembra esserci alcun dubbio sul fatto che in un modo o nell’altro la Finanziaria sarà approvata, con tanti se e con tanti ma riguardanti l’incertezza delle coperture finanziarie, con più di un nervosismo interno alla maggioranza. Quanto basta per tirare avanti.

La giornata di giovedì si è chiusa con soli due articoli approvati, il 6 e il 7. E Miccichè, applaudito ieri ed elogiato oggi anche dalle forze di opposizione per il modo in cui ha condotto l’aula, ha cercato di accelerare i tempi. L’impalcatura della manovra si regge in gran parte sui fondi extraregionali, sui Poc da riprogrammare e sulla quota di contributo al risanamento della finanza pubblica che la Regione ha deciso di appostare nonostante manchi ancora l’accordo con lo Stato. Incertezze che avrebbero potuto pesare e non poco nella gestione della manovra: Miccichè è riuscito a cogliere così la disponibilità delle opposizioni a proseguire l’esame dei documenti finanziari. E a suggerire anche strade alternative come la trasformazione in ordini del giorno di emendamenti da votare (molti del M5s), che avrebbero potuto creare difficoltà alla maggioranza. Proprio quella maggioranza verso cui Miccichè a tratti non è stato tenero.

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