Azione legale del Pd contro il Governo regionale senza donne. Barbagallo: “Medioevo”
Il Pd solleva in maniera forte il problema della mancanza di donne nella Giunta regionale di Musumeci. Più che un problema politico la questione diventa adesso una questione legale. Ed è il segretario regionale del Patito Democratico, Anthony Barbagallo, a ufficializzare l’azione legale.
“Daremo incarico a un pool di esperti, coordinati dall’avvocato Antonio Saitta, per valutare ogni azione, non soltanto a tutela del diritto della parità di genere ma anche dell’immagine della Sicilia compromessa dalla scelta di Musumeci”.
La questione era esplosa nei giorni scorsi, dopo che Forza Italia aveva ufficializzato i nomi dei nuovi assessori (Scilla e Zambuto) che sarebbero entrati in giunta (al posto di Bandiera e Grasso). Più che di un rimpasto politico si è trattato di una “sostituzione” di assessori del partito azzurro, avallata lunedì 4 gennaio dal presidente della Regione Musumeci dopo alcuni giorni di riflessione proprio perché il cambio avrebbe tolto alla giunta la “rappresentanza di genere” garantita dalla presenza di Bernardette Grasso.
Anthony Barbagallo critica aspramente la nuova composizione della giunta regionale che formalizza l’assenza di donne nella compagine governativa. Una decisione anacronistica che fa ripiombare la Sicilia nel Medioevo, ma anche paradossale: si impone ai comuni la presenza delle donne in giunta e l’Ente sovraordinato, la Regione, invece se ne infischia. A questo punto non ci possiamo fermare, perché finalmente la Sicilia si adegui alle regioni del resto d’Italia applicando la legge Delrio, che prevede il 40% della presenza di donne in giunta. Chiediamo inoltre l’approvazione della doppia preferenza di genere per la legge elettorale regionale”.
La nuova composizione della Giunta ha ricevuto aspre critiche anche da sindacati e di varie associazioni. Il presidente Musumeci, cercando (invano) di smorzare i toni ha comunque detto che si tratta di un “fatto momentaneo” e di avere parlato con i partiti della maggioranza per far sì che la parità di genere sia “davvero praticata e non solo predicata”.
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