Bancarotta, arrestati Walter e Salvatore Tuttolomondo: con loro era fallito il Palermo

Sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza gli ex proprietari della Palermo calcio, gli imprenditori Salvatore e Walter Tuttolomondo.

I reati contestati nell’operazione denominata “Tempi supplementari”, sono bancarotta fraudolenta, indebita compensazione di imposte con crediti inesistenti, autoriciclaggio, falso e ostacolo alle funzioni di vigilanza della Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio (Covisoc).

Nei confronti di Roberto Bergamo, Tiziano Gabriele e Antonio Atria è stato notificato il divieto per un anno di esercitare attività imprenditoriale. Le fiamme gialle hanno anche effettuato sequestri di beni per un valore di 1,4 milioni di euro.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Salvatore de Luca, scava in profondità su tutto ciò che ha riguardato la cessione delle quote della US Città di Palermo di Maurizio Zamparini per soli 10 euro a favore della Sporting Network  s.r.l., società controllata dalla Arkus Network riconducibile ai fratelli Tuttolomondo.

Dalle intercettazioni telefoniche e dagli accertamenti bancari e documentali sarebbe emerso che, grazie alla collaborazione di professionisti e prestanome, i Tuttolomondo avrebbero saldato debiti fiscali usando in compensazione crediti fiscali inesistenti per 1,4 milioni. Ai due imprenditori si contesta anche l’avere effettuato false comunicazioni alla Covisoc sul pagamento degli stipendi ai dipendenti della società e al versamento delle tasse.

Secondo gli inquirenti, mentre pendeva la richiesta di concordato preventivo della vecchia società calcistica, i Tuttolomondo avrebbero effettuato pagamenti non autorizzati dal Tribunale di Palermo per oltre 200 mila euro a favore di professionisti e in danno degli altri creditori e distratto la somma di 341.600 euro dal conto corrente del Palermo calcio a favore di una loro società in realtà non operativa. L’operazione fu giustificata come anticipo del compenso previsto per l’affidamento di un incarico di consulenza fittizio.

I Tuttolomondo avrebbero anche impiegato il denaro sottratto in altre attività economiche, commettendo così il reato di autoriciclaggio. A giugno del 2019 la US Città di Palermo, non avendo regolato entro i termini gli adempimenti richiesti sia in materia di pagamento delle imposte sia in merito alla corresponsione degli stipendi e dei compensi spettanti a calciatori e dipendenti, non ottenne l’iscrizione al campionato di Serie B.

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