Catania, beni confiscati a due persone legate al clan “Santangelo”
La Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania ha disposto la confisca di alcuni beni nei confronti di Antonino Quaceci classe 1970 (pregiudicato, attualmente ai domiciliari) e del figlio Salvatore, classe 1992 (anch’egli detenuto): la confisca riguarda una società di capitali e il relativo compendio aziendale, operante nel settore di vendita e noleggio auto, con sede in Adrano (CT) e di un’autovettura.
Oltre alla sproporzione tra i redditi formalmente dichiarati al fisco ed i beni acquistati e realizzati nel tempo, le indagini della polizia avrebbero delineato la “qualificata pericolosità sociale” dei due soggetti, oltre ad “una abituale consumazione di reati di rilevante allarme sociale, tra cui traffico di stupefacenti, estorsioni, ecc., commessi in seno all’organizzazione mafiosa “clan Santangelo”, articolazione del clan “Santapaola-Ercolano”.
Il Tribunale ha disposto, nei confronti di Antonino Quaceci, anche l’aggravamento della misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale, per l’ulteriore durata di anni uno, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza. Inoltre, a carico del figlio Salvatore Quaceci, è stata applicata la misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale, per anni tre, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza.
I beni confiscati, unitamente ad altri, erano stati già oggetto di sequestro preventivo eseguito dalla Questura di Catania nel mese di giugno del 2019, in accoglimento della proposta di misura di prevenzione patrimoniale avanzata, in forma congiunta, dal Procuratore della Repubblica di Catania e dal Questore di Catania.
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