Chirurgo mette la protesi anche alla gamba sana: la Cassazione conferma la condanna
La Cassazione ha confermato la condanna a un anno di reclusione per Claudio Castellano, chirurgo colpevole di aver falsificato la cartella clinica di una paziente dopo averla operata per frattura al femore a entrambe le gambe, quando l’arto rotto era solo il destro. L’episodio è successo il 19 settembre del 2012 all’ospedale Villa Sofia di Palermo.
L’allora primario di ortopedia, nonostante si fosse accorto dell’errore, mise la protesi anche alla gamba sana. Secondo la Cassazione, quindi, merita di essere confermato il verdetto emesso dai giudici di merito di Palermo che “ragionevolmente” hanno ritenuto che “sull’iniziale atteggiamento soggettivo di buona fede, si innestò nel corso dell’intervento eseguito sull’arto sinistro, la consapevolezza circa l’assenza di una frattura, che rende consapevole, e dunque assistita da dolo, la falsa indicazione della diagnosi”. Il ricorso della difesa dell’imputato – rappresentato dall’avvocato Emilio Chiarenza del Foro di Palermo – è stato quindi dichiarato inammissibile.
Un mese dopo l’intervento, la paziente, Mattea Giovanna Mancuso, una signora di 70 anni, morì. Era già malata di tumore e per questo si trovava in ospedale dove cadde andando in bagno, fratturandosi il femore destro. Per questa vicenda, l’ospedale Villa Sofia ha indennizzato i familiari della vittima che, comunque, non avevano presentato querela per lesioni.
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