commissione vitalizi forza italia designa stefano pellegrino

Chiusa indagine su deputato siciliano Pellegrino (FI) accusato di corruzione elettorale

Con la notifica dell’avviso di chiusura delle indagini, la Procura di Palermo si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per il deputato regionale di Forza Italia Stefano Pellegrino, accusato di corruzione elettorale in concorso.

Il nome del parlamentare, componente della Commissione regionale antimafia, da cui si è autosospeso, è emerso in una inchiesta che vede coinvolti gli imprenditori trapanesi Mario Giorgi e Calogero Luppino. Anche per loro è stata chiusa l’inchiesta.

Secondo l’accusa gli imprenditori in odore di mafia, avrebbero comprato le preferenze elettorali per il deputato, eletto alle ultime elezioni regionali con oltre sette mila voti, in cambio di generi alimentari. L’indagine è coordinata dall’aggiunto della Dda Paolo Guido e dai pm Gianluca De Leo e Francesca Dessì.

L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato, oltre a Pellegrino, Luppino e Giorgi, anche a Francesco Catalanotto, accusato di estorsione, Paolo De Santo e Giacomo Barbera, indagati per favoreggiamento, Maria Tocco e Antonio Cocuzza, indagati per corruzione elettorale, che avrebbero ricevuto i pacchi di spesa in cambio del sostegno elettorale.

IL COMMENTO DI PELLEGRINO: “Ribadisco la mia estraneità a qualsiasi fatto di corruzione elettorale. Chiunque mi conosca sa che mai mi sarei potuto vendere per due buste di spesa che, apprendo, essere state consegnate due mesi dopo la mia elezione. La mia storia deontologica, professionale e familiare non può sopportare la gogna mediatica che giornalismo di bassa lega e disinformato (che, peraltro, disinforma) cui, strumentalmente, sono sottoposto per ragioni che, in verità, mi sfuggono. Infatti, l’avviso di conclusione delle indagini e la stessa imputazione, lungi dal collocarmi in un contesto di criminalità organizzata, mi invita a fornire le prove a mia discolpa in ordine alla sola violazione della legge elettorale. E ciò, a dispetto di stampa calunniosa ed insinuante che persevera nell’attribuirmi fatti ed ipotesi di reato esclusi dallo stesso Ufficio del Pubblico Ministero. Provvederò a fornire ogni elemento comprovante la estraneità a qualsiasi accordo elettorale meno che lecito. Sarà cura della mia difesa richiedere l’archiviazione degli atti, nonché intraprendere per le notizie false e diffamatorie diffuse sulla mia persona ogni azione, nelle competenti sedi, a tutela della mia dignità e del mio decoro”.

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