Confiscato a Palermo l’impero immobiliare dell’imprenditore edile Francesco Zummo

La Dia di Palermo, su disposizione della Corte di Appello, ha eseguito un sequestro e una contestuale confisca del patrimonio di Francesco Zummo, imprenditore edile, ritenuto “a disposizione” di Cosa nostra per il riciclaggio di denaro nel settore edilizio.

Sigilli a undici aziende, centinaia di conti correnti e immobili costituiti da numerosi appartamenti, ville terreni e aziende agricole a Palermo e provincia, nonché cinque complessi residenziali nella provincia di Siena. Secondo i magistrati Zummo, con il consuocero Vincenzo Piazza e con il suo fedele braccio destro Francesco Civello, ora defunto, fu tra i principali responsabili del sacco di Palermo, ordito da Vito Ciancimino, realizzando un impero edile di circa 2.700 immobili”.

Per gli investigatori “l’imprenditore, nonostante fosse vicino alle famiglie mafiose della Noce prima e a quella dell’Uditore poi, ricoprì un ruolo trasversale rispetto alle vicende della guerra di mafia, che portarono vari boss ad alternarsi per conquistare un controllo egemone sulla città e la provincia. Lo dimostra il fatto che fu prestanome e custode dei proventi del narcotraffico, oggetto dell’indagine Pizza Connection, riconducibili ai boss Gaetano Badalamenti e ai Gambino, a Leonardo Greco e Michelangelo Aiello nonché a quelli, di altra provenienza illecita, di Fulvio Lima, nipote di Salvo”.

Anni di indagine della Dia palermitana hanno portato all’arresto ed alla condanna di Zummo con l’iniziale sequestro di un patrimonio a suo tempo stimato in 300 miliardi di lire. Dopo un lungo e complesso iter processuale, un annullamento con rinvio della Corte di Cassazione – chiamata ad esprimersi dal Procuratore Generale di Palermo sul dissequestro e la restituzione del patrimonio nel 2016 – la Corte d’Appello di Palermo ha definito la vicenda, sancendo definitivamente come il patrimonio accumulato fosse il risultato dell’esercizio di una “vera e propria impresa mafiosa”. La Dia di Palermo ha operato in collaborazione con quella di Firenze.

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