Contrada: “Il risarcimento? Quello che abbiamo subito in 28 anni non ha prezzo”

“I danni che io, la mia famiglia, la mia storia personale, abbiamo subito in 28 anni sono irreparabili e non c’è risarcimento che valga. Aspetto di leggere le motivazioni, il ragionamento e le argomentazioni della Corte”. Bruno Contrada, 88 anni, com’era normale che fosse, non esulta per la decisione della corte ‘appello di accogliere la richiesta di maxirisarcimento di 670 mila euro avanzata dal suo legale Stefano Giordano.

“Io campo con 10 euro al giorno”, dice amareggiato Contrada che si concede anche una battuta sarcastica. “Stare chiuso per il coronavirus non mi pesa: sono stato recluso 8 anni”.

Poi un’altra frase carica di amarezza. “Mio figlio, che era poliziotto, è gravemente malato: un giovane che ha visto il padre, dirigente generale della polizia di Stato la stessa di cui lui indossava la divisa che per lui era un mito, arrestato e accusato di cose gravissime. Mia moglie che si è ammalata di cuore subito dopo il mio arresto. Ci può essere risarcimento? Spione, agente segreto, sempre appellativi per gettarmi fango addosso. Io sono un dirigente generale della Ps applicato ai servizi di sicurezza che da vice commissario ha scalato tutti i gradi della Polizia di Stato”.

L’unica gratificazione, racconta ora Contrada, è arrivata quando nel 2017 la Cassazione ha recepito la sentenza della corte europea per i diritti dell’uomo, confortata dalla decisione della grande Camera di Strasburgo dove 17 giudici hanno dichiarato inammissibile il ricorso dell’Italia. “L’Europa riconosceva la mia sventura umana e giudiziaria. Ma io provavo sofferenza solo a leggere i documenti che cominciavano con ‘Bruno Contrada contro l’Italia”.

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