Coronavirus, Musumeci: “Lezioni sospese a Palermo, ma la Sicilia non è in emergenza”
Lezioni scolastiche sospese nella provincia di Palermo fino a lunedì per permettere la sanificazione dei locali. Questo il principale provvedimento preso al termine della giornata di riunioni nel capoluogo è annunciato in conferenza stampa dal presidente della Regione Nello Musumeci, al fianco dell’assessore Ruggero Razza, del presidente di Anci Sicilia Leoluca Orlando e il capo della protezione civile regionale Calogero Foti.
Musumeci spiega il provvedimento: “Sentito il sindaco di Palermo e il Prefetto, ho predisposto, in raccordo con l’assessore alla regionale alla pubblica istruzione, la sospensione delle attività nelle scuole a partire da domani a Palermo e in provincia e fino a lunedì prossimo compreso; potranno riprendere martedì. Il provvedimento è dettato dalla necessità di dovere disinfettare i luoghi. Non escludiamo di adottare analoghe misure in altre province”.
Ma aggiunge: “Per Roma, al momento, la Sicilia non è in emergenza. La Sicilia non è nè zona rossa nè zona gialla. Finora si sono riscontrati solo tre casi positivi, tutti ospitati nello stesso albergo a Palermo. La chiusura di spazi pubblici, chiusi o aperti, è al momento esclusa”. E anche Leoluca Orlando ribadisce: “Al momento non c’è motivo alcuno per vietare le manifestazioni pubbliche, sia in luogo chiuso sia in luogo aperto; stesso dicasi per gli uffici pubblici”.
L’assessore Razza invece sottolinea: “In Sicilia non esiste un focolaio autonomo, ma tre casi sospetti di riferimento di un focolaio di partenza. Questo ci porta ad assumere a breve delle decisioni”. Sulle iniziative autonome di alcuni sindaci e atenei, invece, Musumeci ribatte seccamente: “Sono state iniziative autonome e (se me lo consentite) inopportune. Tutto questo crea caos e non è tollerato a livello nazionale: con il presidente dell’Anci Leoluca Orlando abbiano concordato di diramare da domani una sorta di vademecum che fornisca ai sindaci gli orientamenti essenziali per evitare assunzioni autonome in contraddizione fra di loro”.