Coronavirus, se anche le regioni virtuose cominciano a mostrare crepe….
Non c’è alcuna correlazione logica, ma non sarà sfuggito a nessuno che le regioni in cui il focolaio della pandemia da coronavirus si è sviluppato maggiormente in Italia, sono Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Le regioni italiane che generano il 45% del Pil nazionale e che da tempo reclamano maggiori competenze e più risorse economiche. Cioè, il “regionalismo rafforzato”, previsto dal terzo comma dell’art. 116 della Costituzione, dopo la modifica del Titolo V della stessa “Carta”.
Le tre Regioni settentrionali, alle quali si sono aggiunte Piemonte e Liguria, in pratica, reclamano maggiori competenze amministrative e legislative, considerato che lo Stato riversa nei loro territori molto meno di quanto i loro cittadini versano di tasse. Quindi, chiedono una compensazione di questo squilibrio. I governi nazionali, finora, non hanno ceduto alle richieste per evitare di penalizzare le Regioni meno sviluppate economicamente, Sicilia in testa. Ovviamente, dell’argomento non si parla in questi giorni, essendo impegnati gli amministratori in una lotta ben più impegnativa, come quella contro il coronavirus. Però, prima o poi, torneranno all’attacco.
Piuttosto, ci sarebbe da chiedersi come mai Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, che sulla carta vantano la migliore organizzazione sanitaria in Italia, stiano rispondendo in modo diverso all’epidemia. Non c’è dubbio che la situazione peggiore sia quella che sta martoriando la Lombardia. Una regione che, secondo gli esperti, ha privilegiato la medicina ospedaliera, in cui ha trovato molto spazio l’ospedalità privata, penalizzando quella del territorio. Sulla medicina di base, insomma, si sarebbe investito poco e adesso se ne pagherebbero le conseguenze.
La scorsa estate, nel corso di una intervista il vice segretario della Lega, Giancarlo Giorgetti, disse più o meno che ormai i medici di base sono inutili, “servono solo a scrivere ricette”, “il cittadino si informa sulla propria salute consultando internet”. Sono parole che la dicono lunga anche sul motivo per cui la Lega sostenne il progetto dell’allora presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, di dare grande spazio all’ospedalità privata.
La Lombardia che in molti, per anni, hanno indicato come modello di organizzazione sociale – dalla sanità al commercio, dall’imprenditoria al turismo – adesso comincia a mostrare le sue crepe proprio in uno dei settori vitali per un popolo: la medicina di base e la prevenzione. Avrà pure risparmiato, la Regione Lombardia nel privare il territorio di un presidio sanitario essenziale, ma combinando lo sfacelo che è sotto gli occhi di tutti. Ovviamente, questo non deve essere utilizzato dalla classe dirigente nostrana per continuare a sprecare risorse. Perché nella sanità siciliana sprechi ce ne sono stati. Eccome!