Corruzione al Comune di Palermo, la Procura chiede nove rinvii a giudizio
La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio di nove persone nell’ambito dell’inchiesta “Giano Bifronte” che sei mesi fa aveva portato a un blitz con ordinanze di custodia cautelare. La richiesta riguarda i componenti di una cosiddetta “cricca” che avrebbe dato vita a un vero e proprio comitato d’affari composto da imprenditori e professionisti in grado di incidere sulle scelte gestionali di dirigenti pubblici e amministratori locali.
L’8 ottobre ci sarà l’udienza preliminare. A rischiare il processo con le accuse di corruzione e falso ideologico in atti pubblici sono Mario Li Castri, 54 anni, Fabio Seminerio, di 57, e Giuseppe Monteleone, di 58; Giovanni Lo Cascio, ex capogruppo del Pd e presidente della commissione Urbanistica del Comune, Sandro Terrani, all’epoca capogruppo di Italia viva, membro della commissione Bilancio; i costruttori Giovanni Lupo e Francesco Lo Corte, della Biocasa srl; Agostino Minnuto, direttore dei lavori di un cantiere della Biocasa e l’architetto Giovanna D’Attardi, compagna di Monteleone, che dalla Biocasa avrebbe avuto diversi incarichi.