Corruzione, funzionario della Regione agli arresti domiciliari: perquisizioni in assessorato

Marcello Asciutto, 58enne, funzionario della Regione Siciliana, è stato posto agli arresti domiciliari, su provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Palermo ed eseguito dalla Direzione Investigativa Antimafia, in quanto accusato di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. La Dia di Palermo ha anche effettuato una serie di perquisizioni negli uffici dell’assessorato regionale all’Energia. Sono state perquisite anche l’abitazione e l’ufficio del funzionario.

L’indagine è una tranche di quella che, due anni fa, ha coinvolto Nicastri, Arata e alcuni funzionari regionali e avrebbe accertato che il pubblico ufficiale, in cambio di informazioni sullo stato di alcune pratiche amministrative, della predisposizione di provvedimenti autorizzativi e del rilascio di pareri favorevoli illegittimi, avrebbe incassato 30mila euro.

I progetti che il funzionario avrebbe “spinto” erano relativi alla costruzione e all’esercizio degli impianti di biometano di Franconfonte (Sr) e Calatafimi – Segesta (TP), proposti dalla cordata imprenditoriale guidata da Francesco Paolo Arata, faccendiere vicino alla Lega, già arrestato e processato, e Vito Nicastri, imprenditore arrestato nel 2018 e condannato in primo grado a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, in quanto accusato di aver finanziato la latitanza del boss Matteo Messina Denaro.

Gli inquirenti affermano che il passaggio di denaro sarebbe avvenuto tramite Giacomo Causarano, dipendente dell’Assessorato regionale dell’Energia e dei servizi di Pubblica Utilità della Regione Siciliana già indagato e processato.

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