Corte dei Conti, pesanti critiche al Governo Musumeci da parte delle opposizioni
Non c’è da attendere molto per ascoltare i commenti piuttosto pesanti delle forze di opposizione dopo il giudizio di parifica della Corte dei Conti sulla situazione economica della Regione siciliana. Se da un lato il presidente della Regione Musumeci dice a caldo che “copriremo il disavanzo, la responsabilità del bilancio è del governo e quindi faremo quanto serve”, dall’altro arrivano critiche che lasciano presagire altri giorni caldi nei palazzi della politica.
Il presidente della Commissione Cultura, Lavoro e Formazione dell’Ars, Luca Sammartino, di Italia Viva dice che “il giudizio della Corte dei Conti certifica il disastro. Musumeci deve abbandonare l’arroganza e l’atteggiamento del ‘saper fare tutto da solo’ e presentarsi subito in Aula dicendoci da dove vuole iniziare a razionalizzare la spesa. Oggi più che mai la Sicilia ha bisogna di dialogo e di concertazione tra il Parlamento e il Governo. E’ il momento di portare avanti e insieme riforme capaci di destrutturare la tradizionale spesa pubblica che tiene nella palude i siciliani. Si sforzi di aprire un confronto costruttivo con il governo nazionale per accompagnare alcuni percorsi di alleggerimento della spesa. Musumeci dia una visione di Sicilia che ad oggi non c’è stata. Basta guardarsi indietro, è il momento di governare questa bellissima terra”.
Luigi Sunseri, deputato del Movimento 5 Stelle, ritiene che “se Musumeci vuol esser credibile a Roma occorre che si presenti con un piano di riforme tale che possa rassicurare il governo nazionale sulla buona volontà di quello regionale nel sanare un bilancio ormai distrutto dalla mala politica. Se non intende farlo ha due strade: dimettersi o spegnere tutte le luci di ospedali, scuole e città e mettere in vendita Palazzo d’Orleans. Si prevede un periodo davvero nero per la nostra terra. Faremo in modo che il governo centrale ci dia una mano. Per l’ennesima volta vogliamo essere chiari. Quello che dice la Corte l’ho detto decine e decine di volte in aula e in commissione Bilancio: ripianare il disavanzo di un bilancio in archi temporali troppo ampi, rispetto all’ordinario ciclo di bilancio, presenta profili di incostituzionalità perché ciò ha evidenti ricadute negative in termini di equità. La lunghissima dilazione temporale finisce per confliggere con elementari principi di equità intergenerazionale. E a pagarne le conseguenze saranno i nostri figli. Non posso che augurare a tutti noi buona fortuna. Noi faremo il nostro, Musumeci faccia il proprio”.
Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd all’Ars: “Il presidente Musumeci ricicla la vecchia scusa dello scaricabarile, la colpa è di sempre ‘di chi c’era prima’, non è mai sua. Ma dimentica un particolare: se non fosse stato per il Pd, che a settembre ha bloccato il maxi emendamento con le norme dei ddl ‘collegati’, oggi la Sicilia sarebbe ad un passo dal fallimento. Quel pacchetto di norme estratte dai ‘collegati’ sarebbe stato il colpo del ‘ko’ per le nostre finanze. Se oggi la Sicilia non è ancora affondata sotto il peso degli sprechi e delle clientele proposte da governo e maggioranza, lo si deve soprattutto al Pd e all’opposizione che hanno bloccato un’operazione che avrebbe avuto conseguenze pesantissime. Invece di vantarsi per meriti che non ha, il presidente Musumeci dovrebbe ringraziare il Pd per aver salvato le finanze regionali, e soprattutto dovrebbe assumersi le sue responsabilità: ormai sono più di due anni che governa, ci dica come intende uscire da questa crisi finanziaria invece di prendersela sempre con gli altri”.
L’Anci Sicilia, con il presidente Leoluca Orlando e il segretario generale Mario Emanuele Alvano, sostengono che “le sezioni riunite hanno confermato le condizioni di criticità degli enti intermedi e dei comuni per effetto della confusione legislativa regionale e per i tagli a trasferimenti di risorse assolutamente necessarie che vanno a sommarsi ai tagli di trasferimenti statali. Si torna a chiedere con urgenza un tavolo di confronto tra governo nazionale, governo regionale ed Anci per una disamina e per una risposta non più rinviabile alla drammatica condizione degli enti locali siciliani, i quali sono paradossalmente penalizzati dalla competenza esclusiva della Regione e dai vincoli imposti dallo Stato, senza riguardo a quanto previsto dalla esclusiva legislazione regionale siciliana. Con riferimento ai trasferimenti regionali agli enti locali previsti per l’anno in corso ma non ancora erogati l’Anci Sicilia ha convocato per il 17 dicembre a Villa Niscemi una seduta del Consiglio regionale per discutere quali iniziative assumere in assenza di adeguate garanzie da parte del governo regionale”.
Claudio Fava, presidente della commissione antimafia, dice che “la Corte dei Conti mette definitivamente fine alle favolette raccontante dal Governo Musumeci. Quello che più imbarazza è la certezza che questo Governo non ha soluzioni e idee, privo della necessaria autorevolezza e forza parlamentare per affrontare seriamente l’emergenza finanziaria. La necessità di recuperare nel complesso oltre due miliardi produrrà, in mancanza di interventi urgenti, un devastante effetto a catena soprattutto sulle fasce più deboli della nostra regione. Una situazione drammatica che non ha alcunché a che vedere con la finta tranquillità ostentata in questi mesi dalla giunta e dal presidente Musumeci”.