Corte dei Conti – Regione, cortocircuito: botta e risposta tra Musumeci e Savagnone

Un’intervista di Musumeci a “La Sicilia” che non è piaciuta, una nota tagliente della Corte dei Conti a firma del presidente della sezione di controllo Luciana Savagnone, un tentativo del Governatore di smorzare i toni senza rinunciare alle sue prerogative: questi, in sintesi gli ingredienti di un corto circuito istituzionale divampato nelle ultime ore e che vede in contrapposizione Regione e Corte dei Conti.

La Savagnone, letta l’intervista, ha preso carta e penna e ha scritto: “Ho letto con stupore e indignazione le dichiarazioni rese dal presidente Musumeci in cui afferma per ben due volte: ‘Mi rifiuto di esprimere valutazioni sulla Corte dei conti’ e si lascia andare a considerazioni che insinuano dubbi sulla correttezza dell’operato di un consigliere della sezione regionale di controllo, il quale non sarebbe ‘al di sopra di ogni sospetto’ per essere stato un ex assessore di una giunta di centrosinistra nel Comune di Palermo. Tengo, anzitutto, a precisare che le illazioni e le infamanti affermazioni, se pur dirette al collega, sono di fatto rivolte all’intera sezione di controllo che mi onoro di presiedere, visto che il contenuto di ogni deliberazione viene discusso ed approvato in Camera di consiglio e il successivo elaborato scritto porta la firma di ciascun magistrato relatore/istruttore e, naturalmente, la mia. Il presidente Musumeci, quindi, avrebbe dovuto rivolgere le sue critiche direttamente a me”.

Musumeci replica qualche ora dopo: “Dal tenore della nota della presidente Savagnone comprendo che ella è insorta in uno sgradevole equivoco. Nel dire che non intendo esprimere apprezzamenti sulla Corte, appariva chiaro che intendevo ribadire un concetto che mi è molto caro: le magistrature e le loro decisioni non si giudicano, ma si rispettano. Quanto al resto, penso sia mio diritto sostenere, come ho sostenuto, che esistono profili di opportunità indiscutibili di cui tutti, come la politica, dovrebbero tenere conto. In questo senso, mi stupisce molto che si sia voluta intendere la mia dichiarazione come un attacco alla Corte. Nessuno ha bisogno di insegnarmi che le istituzioni pubbliche si rispettano. E si rispettano tutte, anche quelle espresse dal voto popolare”.

Nei giorni scorsi, lo ricordiamo per citare l’antefatto, la Corte dei Conti aveva mosso critiche profonde al Def della Regione siciliana con una relazione che è stata poi discussa in audizione in commissione Bilancio all’Ars.

“Savagnone precisa che la deliberazione contestata è “un parere, chiesto espressamente dalla Commissione bilancio dell’Ars, sul Defr, che non è direttamente sottoposto al controllo se non su richiesta dell’amministrazione. La sezione di controllo ha svolto una attività istruttoria documentale e convocato i dirigenti generali della Regione in adunanza, alla quale anche l’assessore al bilancio era invitato a partecipare. A seguito della Camera di consiglio, è stata elaborata una relazione, discussa all’Ars dinanzi alla Commissione bilancio, a parecchi rappresentanti del Governo e ai vertici dell’amministrazione. L’insofferenza del presidente Musumeci non tiene in debito conto che gli era stata offerta ogni possibilità di esprimere le sue valutazioni sul contenuto del documento contabile in esame. Invero, nessuna smentita o rettifica sul merito delle osservazioni è stata udita ma soltanto uno sgradevole tentativo di delegittimazione di un collegio e di un magistrato che con la massima onestà intellettuale, ha svolto e svolge con onore le sue funzioni”.

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