Covid, Sicilia verso la zona arancione. Razza: “Probabile declassamento del rischio”
L’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha riferito all’Ars sulla situazione della pandemia in Sicilia, annunciando che nelle prossime ore verranno aggiornati i dati e potrebbe cambiare la collocazione “cromatica” della regione. Appare molto probabile il passaggio dell’isola a “zona arancione“.
“Qualche ora ancora e scopriremo se l’indice Rt – afferma Razza -, come appare dalla riduzione dei contagi in Sicilia, ci permetterà di condividere col governo centrale il possibile declassamento del rischio della regione. Quando Musumeci ha chiesto di anticipare di una settimana la zona rossa lo ha fatto sulla base di una valutazione prognostica perché si poteva immaginare che l’indice Rt avrebbe superato 1.25 e questo avrebbe reso obbligatoria la zona rossa per tre settimane. Una valutazione azzeccata, perché l’indice Rt poi superò 1.27“.
Secondo l’assessore “la Sicilia è tra le regioni col maggiore rispetto dei parametri di ospedalizzazione, 30% terapia intensiva e 40% di medicina e degenza ordinaria. Siamo al di sotto di entrambi i parametri. Su 10mila abitanti, la Sicilia è al quinto posto per incidenza dei contagi, al 12esimo posto per decessi, settima per tamponi molecolari. Con l’inserimento dei tamponi antigenici, il tasso di positività nell’isola è passato dal 12% al 5%”.
Nella sua relazione all’Ars, Razza ha anche sciorinato alcuni dati sui tamponi effettuati. “Dal 21 al 27 dicembre i tamponi effettuati in Sicilia su chi è rientrato nell’isola per le festività di natalizie sono stati circa 40 mila, dal 28 dicembre al 10 gennaio sono stati 44.293 e dall’11 al 24 gennaio 22.500”.
Razza poi ha parlato della campagna vaccinale. “A fronte di 105mila soggetti vaccinati, in Sicilia le criticità hanno riguardato un numero modesto di persone. Il tema è legato al rispetto delle procedure da parte di tutti. Un conto è se rimane qualche dose scongelata coinvolgere altri soggetti per non perderla, diverso se qualcuno in modo preordinato abbia ceduto dosi. C’è in corso una attività amministrativa a Palermo e Ragusa per accertare quanto accaduto in alcune circostanze”. Razza ha anche emanato una circolare: “Laddove siano scongelate più dosi, si deve fare riferimento alle categorie indicate nella circolare, ovvero gli over 80, dipendenti del servizio pubblico, e non certo familiari, parenti e amici”.
In fase di replica, a fine dibattito, Razza ha ribadito che “non siamo in ritardo sull’adeguamento strutturale. Siamo la prima Regione in Italia per cantieri aperti, come emerge dal piano diramato dall’ufficio del commissario nazionale per l’emergenza Covid su terapie intensive e sub-intensive. Il responsabile del centro vaccinale di Scicli, come dimostra la nota dell’Asp in mio possesso, è stato rimosso lo stesso giorno in cui si è avuta la notizia del fatto grave e increscioso”.
La relazione di Razza è stata definita “desolante” dal capogruppo del Pd Giuseppe Lupo. “Non dà una sola risposta concreta ai tanti problemi nella gestione Covid. Nonostante le 6.000 persone assunte per l’emergenza sanitaria non è cambiato nulla rispetto alle clamorose inefficienze del sistema del tracciamento, a conferma del fatto che l’assessorato ha ormai rinunciato ad aggredire i problemi di fondo necessari ad interrompere la catena del contagio. Dichiarazioni vaghe e generiche di Razza anche sulla somministrazione dei vaccini, in particolare per gli oltre 320 mila cittadini siciliani over 80. Nessun intervento concreto, infine, per la sicurezza scolastica ma solo slogan e annunci. Lo ribadiamo ancora una volta, senza un sensibile potenzialmente del sistema dei trasporti pubblici locali non sarà possibile pensare al ‘sistema scuola’ in sicurezza”.
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