Covid, tampone rapido a 15 euro? Troppo poco: il Tar Sicilia “cancella” la tariffa calmierata
Quindici euro per un tampone rapido in Sicilia? Prezzo troppo basso e “illegittimo” se imposto con una semplice circolare. É quanto stabilisce una sentenza del Tar Sicilia che annulla l’obbligo per i laboratori privati di rispettare la tariffa imposta con una circolare del 25 settembre scorso dall’assessorato regionale della Salute.
Da un lato il giudice amministrativo ha rilevato “come il provvedimento di determinazione delle tariffe risulta viziato” in quanto adottato “in assenza di una norma attributiva del potere” e ha rilevato l’illegittimità di una “tariffa regionale imposta” da una semplice “direttiva” o circolare. Ma il Tar ha anche sottolineato che il prezzo di 15 euro sarebbe stato stabilito sulla base di prezzi offerti da alcuni produttori per grandissimi quantitativi e non terrebbe conto invece dei prezzi applicati da singole strutture private (con quantità di tamponi di gran lunga inferiori) e dei costi affrontati.
A presentare ricorso per conto dei laboratori erano stato gli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia che sostenevano l’inadeguatezza del prezzo imposto e anche “l’assenza di una norma che legittimasse l’adozione di tale provvedimento, rilevando, inoltre, che, la tariffa sarebbe stata determinata in assenza di qualsivoglia istruttoria volta, se non ad una concertazione con le associazioni di categoria dei laboratori di analisi, quanto meno ad una audizione o consultazione delle stesse”.
“La tariffa di 15 euro – sostiene anche l’ordine nazionale Biologi – è insostenibile giacché il test viene venduto, dai fornitori ai laboratori di analisi, a circa 10 euro. Un costo a cui vanno poi aggiunte anche tutte le altre spese sostenute nei laboratori ed indispensabili per la obbligatoria messa in sicurezza e sanificazione dei locali a esclusivo interesse del personale e degli stessi pazienti”.
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