processo messina denaro rinviato al 20 giugno

Soldi ai familiari di Messina Denaro, tre arresti. Indagato l’on. Pellegrino

I Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani, della Compagnia di Mazara del Vallo e del Ros hanno fermato tre imprenditori con l’accusa di associazione mafiosa ed estorsione.

I nomi: Calogero Luppino e Salvatore Giorgi di Campobello di Mazara e Francesco Catalanotto di Castelvetrano, gestore di un centro scommesse online.

Inoltre, è stato disposto il sequestro dei beni, del valore di circa 5 milioni, nei confronti degli indagati.

Secondo le indagini, le attività dei tre imprenditori finanziavano i vertici dei clan mafiosi, nonché la famiglia del boss latitante Matteo Messina Denaro.

Inoltre, i tre imprenditori avrebbero anche sostenuto la campagna elettorale di Stefano Pellegrino, deputato di Forza Italia, a cui è stato notificato un avviso di garanzia con invito a comparire.

Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura di Palermo, hanno scoperto che i clan mafiosi di Castelvetrano obbligavano gli esercizi commerciali di Castelvetrano e Mazara Del Vallo a installare gli apparecchi delle società di Luppino e Giorgi.

Questi ultimi due, inoltre, provvedevano alle spese legali e alle altre necessità del boss detenuto Franco Luppino e al finanziamento dei vertici delle famiglie mafiose di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Castelvetrano.

Poi, tramite il terzo arrestato, Francesco Catalanotto, venivano fatti arrivare i soldi alla famiglia di Matteo Messina Denaro.

Infine, a Pellegrino, membro della commissione regionale Antimafia, i Pm contestano di avere avuto il sostegno elettorale di Luppino e Giorgi. I due, obbedendo agli ordini inviati dal carcere da Franco Luppino, avrebbero sostenuto la candidatura alle elezioni regionali del deputato regionale, promettendo e distribuendo generi alimentari in cambio della promessa di voto. Pellegrino, avvocato di Marsala, viene indagato per corruzione elettorale ma senza l’aggravante mafiosa.

Ci sono anche registrazioni telefoniche nelle quali Mario Giorgi, parlando con il nipote Calogero Luppino, nominava più volte l’on. Stefano Pellegrino facendo intendere che c’era la possibilità di piazzare persone di fiducia all’interno di assessorati.

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