Donna morta a Lentini, il marito: “Mi hanno indagato, ma ho solo cercato di aiutarla”
“Secondo me ha fatto tutto da sola“. Sono le parole di Massimo Cannone, marito di Naima Zahir la donna di origini marocchine trovata morta ieri nella sua abitazione in una pozza di sangue e con una ferita da coltello alla gola.
L’uomo ha fornito una ricostruzione a Ore 14 di Raidue, dopo che è stato trattenuto per una notte intera in commissariato. Nella trasmissione ha confermato le indagini nei suoi confronti: “E’ vero che mi hanno indagato, mi hanno anche sequestrato tutti gli abiti ma sono libero e e mercoledì c’è l’autopsia”.
I dubbi degli investigatori riguardano l’arma del delitto – trovata in casa – e il fatto che Cannone abbia compromesso le indagini, forse involontariamente. “Mi hanno detto che non dovevo toccare alcunché, perché era una scena del crimine. Ma io non potevo non cercare di aiutarla”.
L’uomo, che sarebbe tornato a casa dopo esser stato fuori con il figlio, ha ripulito la pozza di sangue e ha tolto il coltello dal collo della moglie. Infine non avrebbe chiamato subito l’ambulanza (poi chiamata dal fratello) perché “al 90% Naima era morta”.
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