Draghi e la Sicilia, partenza ad handicap: ora lavoriamo davvero per ridurre il gap
Ci siamo. Da oggi il governo Draghi è completo e può entrare nella sua piena operatività. Abbiamo dovuto constatare che dei 64 componenti del suo esecutivo, solo una piccola pattuglia rappresenta il Sud: in particolare, la Sicilia non ha alcun ministro e solo due sottosegretari che rappresentano la politica siciliana (Cancelleri ai Trasporti e Floridia all’Istruzione), gli altri 2 (Mulè alla Difesa e Spataro agli Esteri) sono “solo” di origine siciliana. Ne dobbiamo prendere atto con una certa amarezza e delusione, ma così hanno deciso i partiti.
Non ci resta che affidarci esclusivamente alla consapevolezza di Draghi, espressa in più occasioni, che “senza il superamento del divario e delle disuguaglianze tra Sud e Centro Nord, non ci potrà essere una ripresa socio-economica ed occupazionale del nostro paese“. Ora il Premier dovrà dimostrare concretamente di voler perseguire questo obiettivo prioritario, noi siamo disposti a concedergli la fiducia necessaria, anche in assenza di nostri esponenti nell’Esecutivo.
Draghi è di poche parole, lui dice di voler comunicare solo le cose fatte e non ama fare proclami. Questo è il suo stile e dobbiamo abituarci. E, come abbiamo visto già in queste due settimane, è uno stile che ha “imposto” anche ai componenti del Governo. Quindi, l’unico riferimento che oggi abbiamo sono le sue dichiarazioni programmatiche che contengono tanti spunti significativi e concreti e prefigurano un’azione di governo di almeno cinque anni, che vi invito a rileggere e/o riascoltare, comprese le repliche molto puntuali ed esplicative.
Ritengo pertanto che Draghi non abbia alcuna intenzione di “traslocare” al Quirinale tra un anno e vorrà durare fino alla fine della legislatura, Parlamento permettendo. E’ possibile che si creino le condizioni per candidare Draghi premier anche nella prossima legislatura: già ci sono dei lavori in corso, specie nella variegata galassia dei partiti Riformisti di ispirazione Popolare, liberale, europeista ed ecologista.
Ma vorrei ritornare a quanto dichiarato da Draghi per il Sud, specie nelle repliche. In Senato ha detto: “C’è un rischio specifico che corriamo, proprio in vista della stagione di ricostruzione con i fondi del “NextGeneration EU”: quello delle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia a seguito della crisi di liquidità che sta interessando diversi settori. Questo pericolo viene costantemente seguito dall’Organismo permanente di monitoraggio e analisi istituito nell’aprile del 2020 presso il Dipartimento della pubblica sicurezza, a composizione interforze, con l’obiettivo di aggiornare costantemente la mappa delle filiere e delle attività delle mafie al fine di orientare l’azione di contrasto”.
“Particolare attenzione viene anche dedicata all’erogazione dei finanziamenti previsti dalla normativa emergenziale a favore delle imprese e dei cittadini in difficoltà in conseguenza della crisi pandemica. I prefetti sono stati sensibilizzati a porre la massima attenzione sui maggiori rischi di inquinamento dell’economia legale connessi al contesto emergenziale di oggi. L’obiettivo è anticipare una risposta strutturata dello Stato, in termini di prevenzione e contrasto, colpiti dalle misure necessarie per contrastare la diffusione del virus”.
Alla Camera dei Deputati Draghi ha ribadito: “Dobbiamo impegnarci a tutelare il sistema economico contro il rischio di infiltrazioni criminali, conseguente all’immissione di flussi di denaro e di risorse pubbliche anche provenienti dall’Unione Europea. Infine, non meno rilevante in tempi di pandemia, non dovrà essere trascurata la condizione di tutti coloro che lavorano e vivono nelle carceri, spesso sovraffollate, esposti al rischio della paura del contagio: ho fatto un breve accenno alla necessità di legalità e sicurezza su cui costruire il benessere, la ripresa, la crescita nel Mezzogiorno. Anzi, ho detto che senza legalità e sicurezza non ci può essere crescita. È chiaro che ci sono degli strumenti specifici come il credito d’imposta e anche altri strumenti da concordarsi in sede europea, ma senza riportare legalità e sicurezza è molto difficile crescere”.
Siamo completamente d’accordo con i concetti che Draghi ha espresso. Non vorremmo però, caro Presidente Draghi, che la lotta alla criminalità mafiosa e il ripristino della piena legalità, costituiscano un alibi per non investire al Sud e continuare ad aumentare il divario con il Centro Nord. Se nel Recovery Plan non entreranno quelle opere infrastrutture già presenti al Centro Nord, Draghi ne sarà direttamente e personalmente responsabile. Senza l’alta velocità nei trasporti ferroviari e stradali, senza il porto hub del Mediterraneo, senza il Ponte sullo Stretto, senza una Sanità degna di tal nome e senza servizi pubblici efficienti e moderni, non ci sarà lo sviluppo che il Sud da decenni aspetta ed è in condizione di generare.
Per cui, caro Presidente Draghi, noi la sosteniamo convintamente ed abbiamo fiducia sulle sue qualità e sulla sua statura politica e morale, ma saremo attenti e vigili sui suoi atti e comportamenti . Con lei vogliamo “patti chiari e fiducia lunga”.
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