È morto Alfonso Giordano, presidente del maxiprocesso a ‘Cosa nostra’

Alfonso Giordano, noto per avere presieduto il primo maxiprocesso a ‘Cosa nostra’, è morto all’età di 92 anni. A darne conferma il figlio Stefano, avvocato: “Oggi alle 13:30 il Presidente Alfonso Giordano è tornato serenamente alla casa del Padre. Le esequie – comunica Stefano Giordano via Facebook – si svolgeranno in forma strettamente privata. Ne danno notizia i figli, uniti nel dolore e nella Speranza della Risurrezione”.

Da presidente della prima corte di Assise di Palermo viene chiamato a presiedere il primo maxiprocesso alla mafia (giudice a latere Pietro Grasso) iniziato a Palermo il 10 febbraio 1986, che si concluse il 16 dicembre 1987 con 19 ergastoli, 2665 anni di reclusione e 11 miliardi di lire di pene pecuniarie inflitte ai vertici di Cosa nostra.

È stato presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione, e il capo dello Stato lo ha insignito, subito dopo il pensionamento, della onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana.

Gianfranco Miccichè, presidente dell’Ars: “Le mie condoglianze e quelle dell’Assemblea regionale siciliana, giungano ai familiari del giudice Alfonso Giordano, morto all’età di 92 anni. Giordano è stato il presidente della Corte d’Assise che processò in modo esemplare Cosa nostra palermitana nel primo maxiprocesso”.

Nello Musumeci, presidente Regione siciliana:Accettò con coraggio e spirito di abnegazione un incarico che altri avevano declinato. Alfonso Giordano sarà ricordato per sempre come il presidente del primo maxiprocesso alla mafia, spartiacque nella lotta dello Stato a Cosa Nostra. La Sicilia perde un magistrato di altissimo valore”.

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando “partecipa al dolore dei familiari e della Magistratura italiana, ricordando il suo straordinario impegno di magistrato e di presidente del Maxiprocesso contro la criminalità mafiosa, iniziato il 10 febbraio 1986. Il nome del presidente Giordano resta indimenticabile e scritto nella storia di liberazione del nostro paese e della nostra città dalla criminale ipoteca della mafia e dal suo sistema di potere affaristico e politico”.

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