“Effetto lockdown”, meno rapine in banca nel 2020. Ma aumentano i reati informatici
Le rapine in banca durante il 2020 sono diminuite. L’anno scorso sono stati 119 i colpi compiuti allo sportello, con un calo del 56,3% rispetto ai 272 dello stesso periodo del 2019 e anche l’indice di rischio – cioè il numero di rapine ogni 100 sportelli – è passato da 1,1 a 0,5. I dati sono contenuti in un’indagine condotta dall’OSSIF (il Centro di ricerca ABI in materia di sicurezza).
Ma la Fabi di Palermo invita ad una lettura attenta dei dati che possono essere fuorvianti. “In particolare in Sicilia – afferma Gabriele Urzì Segretario Provinciale Fabi Palermo e responsabile Salute e Sicurezza del sindacato – si è passati da 35 rapine a 18 con una diminuzione del 48,6%. Dato positivo certamente, ma l’ABI ha dimenticato forse che nel 2020 c’è stata la pandemia e che i frequenti e ripetuti lockdown hanno condizionato anche le “abitudini” dei malintenzionati. Molte agenzie erano chiuse, si è favorito e spinto l’uso dei canali digitali e si è iniziato a ricevere la clientela per appuntamento dotando massicciamente le dipendenze di guardie giurate e/o hostess e stewart per regolare gli accessi”.
“Sono aumentati esponenzialmente i reati informatici – prosegue Urzì -. Le sole frodi informatiche nel 2020 sono risultate infatti in costante espansione ed evoluzione con un aumento del 17,8% rispetto al 2019. Ciò non toglie nulla all’eccellente lavoro congiunto delle Forze dell’Ordine e al costante miglioramento delle misure di sicurezza adottate dalle banche: basti pensare che, dal 2007 al 2020, le rapine allo sportello sono diminuite del 96%, passando dalle 3.364 del 2007 alle 119 del 2020. Bisognerà, inoltre, attendere la pubblicazione definitiva dei dati che annualmente vengono resi noti nel “Rapporto Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria” anche per valutare l’andamento di altri reati come i furti in banca e gli attacchi agli ATM (bancomat e bancomat evoluti)”.
COVID, LA REGIONE SICILIANA PREPARA LA “STRETTA”
FURBETTI DEL REDDITO DI CTTADINANZA, 70 DENUNCE AD AGRIGENTO