“Era protetto da Cosa nostra”: confiscati beni per 150 milioni di euro al ‘re’ dei supermercati

La Guardia di Finanza del comando provinciale di Palermo ha eseguito un decreto di confisca emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale nei confronti di Carmelo Lucchese, il re dei supermercati di Palermo e provincia. Si tratta di beni dal valore di 150 milioni di euro.

In particolare nel mirino è finita, tra le altre cose, la Gamac Group srl, che al momento dell’operazione che portò al primo sequestro, nel febbraio 2021, gestiva 13 supermercati tra Palermo e provincia: Bagheria, Carini, Bolognetta, San Cipirello e Termini Imerese.

I finanzieri hanno analizzato le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia e trovato una chiave unitaria alle tante risultanze investigative raccolte in diversi procedimenti penali. Sono venuti fuori, secondo l’accusa, “strutturati contatti di Lucchese con la famiglia mafiosa di Bagheria e vantaggi imprenditoriali di cui ha potuto beneficiare nel tempo”.

Boss come Onofrio Morreale, Pino Scaduto, Gino Mineo e Sergio Flamia (che lo ha tirato in ballo quando è divenuto collaboratore di giustizia) lo avrebbero favorito nell’acquisizione di nuovi spazi vendita, per scoraggiare la concorrenza anche attraverso dei danneggiamenti o per risolvere controversie sorte con alcuni soci. Lucchese sarebbe stato esentato dal pagamento del pizzo oppure avrebbe ottenuto uno sconto. Grazie alla mafia, Lucchese avrebbe trasformato la sua attività in un impero, arrivando a fatturare oltre 90 milioni di euro nel 2020.

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