Ars Aula sala D'Ercole
Ars Aula sala D'Ercole

Ex Province, le reazioni politiche al ritiro dell’emendamento

Come riportato qui, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha ritirato l’emendamento che avrebbe dovuto portare al 30 ottobre il voto per le elezioni degli organi amministrativi dei Liberi Consorzi, le ex Province.

Naturalmente, non sono mancate le reazioni politiche.

FIGUCCIA (UDC): “Sulle province il tema vero non è quando si vota. Rischiamo di accapigliarci su questioni di lana caprina. Il tema vero sono le competenze, le funzioni, la riforma organica che deve essere elaborata sulle province ma soprattutto le risorse che devono essere erogate, 150 milioni, l’abbiamo detto più volte, rappresentano un primo passo ma serve di più. Serve guardare all’intero importo dei 350 milioni di euro e serve prima ancora quindi di fissare la data, capire come salvare i servizi essenziali. Poco importa se la consultazione possa tenersi a ottobre, novembre, dicembre. Trovare soluzioni al tema della manutenzione delle strade, dell’assistenza scolastica ai disabili, capire con quali risorse garantire i servizi delle province che altrimenti rischiano il default senza il trasferimento delle somme alla Regione da parte dello Stato. Per questo chiediamo che venga calendarizzato il nostro ordine del giorno che garantisce un impegno da parte del governo regionale a chiedere le risorse aggiuntive per salvare questi enti”.

LO GIUDICE: “Mentre discutiamo se votare a ottobre, novembre piuttosto che ad aprile il problema reale sulle province è rappresentato dalle risorse finanziarie. Quello che l’accordo Stato-Regione che è attualmente in discussione a Roma, allo stato attuale prevede 150 milioni di cui 100 milioni saranno destinati alle province, 50 milioni all’interno del bilancio della regione di cui non si capisce cosa se ne farà. Ma mi chiedo, di questi 100 milioni, quali saranno le province privilegiate ad essere salvate e chi deciderà se salvare Palermo piuttosto che Messina, Ragusa o Enna? Bisogna spostare l’attenzione su quello che è il tema vero. Se c’è questa volontà, allora è chiaro che l’impegno deve essere quello di prendere 350 milioni dalle risorse del fondo Fsc che probabilmente come è successo già in passato, nella loro complessità non potranno essere totalmente spese dalla Regione Siciliana e utilizzarle per qualcosa di serio considerando la funzione importante che questi enti intermedi svolgono all’interno del panorama istituzionale ma soprattutto alla luce dei numerosi e fondamentali investimenti in capo alle province determinanti per lo sviluppo del territorio”.

CAPPELLO (M5S): “Un osceno teatrino, con fughe in avanti e penose marce indietro di cui i siciliani avrebbero fatto volentieri a meno. Alla fine l’emendamento della maggioranza, che sanciva lo slittamento delle elezioni degli organi delle ex Province alla primavera del 2020, è stato ritirato dal governo, come auspicato dal M5S. L’esecutivo, non fidandosi della sua maggioranza, ha preferito non rischiare una nuova figuraccia in aula. Il voto dell’emendamento sarebbe stato un oltraggio al regolamento, anche se la cosa non ci avrebbe meravigliato più di tanto, visto che in questa legislatura l’applicazione quantomeno allegra di questo è stata frequente. Resta comunque l’immagine plastica di una maggioranza inesistente e rissosa, pronta a sgambettare in qualsiasi momento il governo e la Sicilia per curare i propri interessi di bottega, magari per conquistare qualche strapuntino in giunta dopo i nuovi equilibri venuti fuori dalle elezioni Europee”.

LUPO (PD): “Assetto finanziario, gestione del personale, assistenza ai disabili, servizi per la manutenzione di strade e scuole: sono questi i veri nodi da affrontare quando si parla di Liberi Consorzi di Comuni e Città Metropolitane. Invece di proseguire il balletto sulla data delle elezioni, il presidente della Regione dovrebbe dedicare una seduta dell’Ars a questi temi per trovare, tutti insieme, una strategia di rilancio degli enti”.

CARONIA: “Occorre dare ai cittadini la certezza dei servizi che devono essere erogati dalle ex province. Occorre dai ai dipendenti di questi Enti certezze sul proprio futuro e sulla possibilità di continuare a svolgere il proprio lavoro. L’’indizione delle elezioni, sia pure elezioni di secondo livello che mi auguro vengano presto superate dal ritorno all’elezione diretta, è un segno di attenzione verso Enti che per colpa di folli scelte del passato e dei tagli nazionali sono oggi allo stremo e sono costretti a tagliare servizi essenziali ai cittadini”.

Categorie
politica
Facebook

CORRELATI