Ex Province, Musumeci rinvia l’emendamento. Oggi se ne occuperà la “capigruppo”
Il presidente della Regione Nello Musumeci ha ritirato l’emendamento che avrebbe dovuto portare al 30 ottobre il voto per le elezioni degli organi amministrativi dei Liberi Consorzi comunali (le ex Province).
La decisione è stata adottata alla fine di un lungo dibattito d’Aula a sala d’Ercole che ha fatto intendere al Governo che sarebbe stato molto difficile far approvare questo emendamento che dovrebbe modificare la decisione deliberata la scorsa settimana, con voto segreto, con la quale le elezioni venivano spostate al 30 di giugno del 2020. Elezioni che, ricordiamo, sono di secondo grado: cioè, votano soltanto i sindaci e i consiglieri comunali.
Il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè ha convocato per mercoledì 5 giugno, alle 15.30 la conferenza dei capigruppo per sondare gli umori dell’Aula e decidere se la nuova data delle elezioni dovrà essere cambiata, ricorrendo al meccanismo dell’emendamento, o se addirittura non sia meglio presentare un apposito disegno di legge di un solo articolo.
Il problema fondamentale dei Liberi Consorzi comunali e anche delle Città metropolitane non è solo di rappresentanza democratica ma soprattutto finanziaria. Quasi tutte le ex Province infatti sono sulla soglia del dissesto, sarebbero necessari 350 milioni per consentire di approvare i bilanci degli ultimi tre anni ma sono disponibili solo 150 milioni.
Danilo lo Giudice, del gruppo misto, ha proposto di prelevare queste somme dal fondo sociale e coesione (Fsc). La Regione dispone di ben 2 miliardi e 300 milioni dei quali finora sono stati impegnati solo 100 milioni di euro. Vero è che in questo modo risorse destinate agli investimenti sarebbero utilizzate come spesa corrente ma non si vedono altre soluzioni all’orizzonte.
Sul ritorno al voto entro il 2019 (la vecchia legge prevedeva la data del 30 giugno) in linea di massima sono favorevoli Forza Italia, Diventerà Bellissima e la stessa Udc che aveva presentato l’emendamento di rinvio. Anche per il Pd non sarebbe un problema. Il Movimento 5 Stelle, che nella votazione della scorsa settimana si era astenuto, poiché non sono mancati i tentativi maldestri di “buttargli la croce addosso”, potrebbe decidere di votare contro.