Fabrizio Miccoli, confermata in appello la condanna a 3 anni e 6 mesi per estorsione
L’ex calciatore e capitano del Palermo Fabrizio Miccoli è stato condannato in appello a 3 anni e 6 mesi per estorsione aggravata dal metodo mafioso dalla Prima sezione penale della Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Massimo Corleo.
I giudici (dopo tre ore di camera di consiglio) hanno accolto le richieste della Procura e confermato la sentenza di primo grado. Miccoli si è presentato oggi in tribunale per l’udienza ma non era presente al momento della lettura della sentenza.
Miccoli era accusato di aver chiesto aiuto a un amico, Mauro Lauricella, figlio del boss della Kalsa, tra il 2010 ed il 2011 per ottenere il recupero di un credito di circa 20 mila euro investito nella discoteca Paparazzi di Isola delle Femmine a favore di un ex fisoterapista della squadra, Giorgio Gasparini. Lauricella e Miccoli sono stati sottoposti ad intercettazione e l’attaccante avrebbe consegnato a Gasparini una busta con tre assegni: la somma, sostiene l’accusa, sarebbe stata ottenuta grazie alle pressioni dello stesso Lauricella.
Uno dei legali di Miccoli, Gianpiero Orsino, annuncia il ricorso contro la sentenza. “Questo procedimento – dice – è iniziato in primo grado quando c’era già una richiesta di archiviazione da parte della Procura che è stata rigettata. Imputazione coatta, quindi. Oggi abbiamo una persona assolutamente estranea per fatti tanto gravi che non lo possono riguardare. Anche un profano, leggendo le carte, si accorgerebbe che non è come stabilito nella sentenza. Ci ritroviamo davanti a una condanna che non ha alcuna rispondenza con i fatti. La stessa procura in tempi non sospetti aveva deciso di non chiedere il processo perchè non c’era alcuna ipotesi di reato su Miccoli”.
Per l’altro legale dell’imputato, Giovanni Castronovo, Miccoli paga la frase offensiva pronunciata nei riguardi di Giovanni Falcone e registrata durante l’inchiesta dagli investigatori. “Faremo ricorso per Cassazione – dice – certi che almeno a Roma troveremo un giudice scevro da condizionamenti esterni che possa acclarare l’estraneità dell’ex capitano rosanero rispetto all’intera vicenda”