Finanziaria, la Regione taglia anche le pensioni dei regionali per far quadrare i conti

Ancora i dipendenti regionali al centro della Finanziaria siciliana e stavolta il tema riguarda le pensioni. Per recuperare infatti i 300 milioni di mancate entrate fiscali, tra i tanti “tagli” previsti dal provvedimento c’è anche quello alle pensioni dei regionali che sono già in pensione o che ci andranno a breve. Una misura che dovrebbe valere circa 2-3 milioni ma che ha soprattutto un peso politico nella “economia” del testo, che deve essere ancora inviato all’Ars.

L’anno limite è il 1986: per tutti gli assunti alla Regione prima di quella data – cioè il personale con le pensioni più elevate – dovrebbe scattare nuovamente il contributo di solidarietà (e in misura maggiorata per i dirigenti, che prendono gli assegni più corposi). La platea potenziale è di oltre 17 mila pensionati.

Il meccanismo sarà a scaglioni: chi ha un assegno fino a 1.545 euro (tre volte la pensione minima Inps) sarà esonerato, poi scattano le aliquote. Lo 0,26% per chi ha una pensione almeno 4 volte quella minima; 0,30% per chi incassa 5 volte di più e così via. Il contributo più alto lo verseranno: chi incassa oltre 9 volte il minimo l’1,2%; chi è perfino oltre dovrà versare l’1,5%.

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