Gela, operaio morto travolto dai tubi: quattordici condannati. Assolti tre imputati

Il giudice monocratico del tribunale di Gela, Miriam D’Amore, ha condannato a complessivi 22 anni e due mesi di reclusione (pena sospesa) quattordici dei diciassette imputati, accusati di omicidio colposo, comparsi a giudizio per rispondere dell’infortunio mortale accaduto nel 2012 all’operaio gelese, Francesco Romano, di 30 anni, dell’impresa metalmeccanica “Cosmi Sud” dell’indotto del petrolchimico dell’Eni.

I condannati sono i dirigenti dell’epoca, facenti parte della stessa ditta e della Tec srl, della società SGS Sertec, addetta ai controlli di sicurezza, e dei vertici della Raffineria di Gela. Sono stati assolti tre degli imputati “per non avere commesso il fatto”. Sono state condannate anche le aziende per “illecito amministrativo” e dovranno pagare allo Stato una multa di 600 mila euro (150 mila euro ciascuno). Tutte (tranne “Raffineria di Gela”) dovranno, con altro procedimento, risarcire i danni a fratelli, moglie e figli della vittima che si sono costituiti parte civile.

Romano, mentre stava facendo i lavori preliminari di sostituzione di una condotta “sea-line”, è stato travolto dai grossi tubi che i colleghi stavano accatastando alla radice del pontile del porto-isola industriale.

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