Giornata delle vittime di mafia, Mattarella: “La memoria, radice di una comunità”

La memoria è radice di una comunità. Fare memoria è condizione affinché la libertà conquistata continui a essere trasmessa e vissuta come un bene indivisibile”. Così si è espresso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella ‘Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie’, che è stata istituita in Italia nel 2017 e ricorre il 21 marzo 2021.

“Ecco perché ricordare le donne e gli uomini che le mafie hanno barbaramente strappato alla vita e all’affetto dei loro cari, leggerne i nomi, tutti i nomi, non costituisce soltanto un dovere civico – afferma – . È di per sé un contributo significativo alla società libera dal giogo oppressivo delle mafie, è affermazione di principi di umanità incompatibili con i ricatti criminali, è fiducia nella legalità che sola può garantire il rispetto dei diritti, l’uguaglianza tra le persone, lo sviluppo solidale”.

Non dimenticheremo mai le vittime innocenti, i servitori dello Stato, le persone libere che non hanno rinunciato ai loro valori pur sapendo di mettere a rischio la propria vita – continua – . Anche quest’anno la ‘Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie’ sarà condizionata dalle misure di limitazione rese necessarie dalla diffusione della pandemia. È tuttavia assai prezioso che ‘Libera’ abbia ugualmente deciso di promuovere iniziative che tengano viva la ricorrenza e portino all’attenzione di tutti l’attualità del messaggio”.

Estirpare le mafie è possibile e necessario. L’azione di contrasto comincia dal rifiuto di quel metodo che nega dignità alla persona, dal rifiuto della compromissione, della reticenza, dell’opportunismo. Ricordare e ‘riveder le stellè, come recita il bel motto scelto per questa edizione della Giornata, sono dunque parte della medesima sfida di libertà. Mi congratulo con gli organizzatori perché continuano a porre la coscienza e la cultura come basi e motori del riscatto”.

Sono proprio la coscienza e la cultura che le mafie – vecchie e nuove – considerano l’ostacolo dei loro disegni di arricchimento illecito, di dominio su persone e territori, di condizionamento economico e politico – conclude Mattarella – La consapevolezza del bene comune e i comportamenti responsabili che insieme sapremo mettere in atto, possono darci la forza necessaria per superare le difficoltà e gli ostacoli che i tempi ci pongono di fronte”.

LE REAZIONI

Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia – “Già da ieri si sono svolte celebrazioni per incentivare la nostra battaglia di civiltà affinché venga estirpata ovunque la mala pianta della sopraffazione mafiosa, della violenza di disperati che credono di poter imporre la loro meschinità a danno del rispetto che reciprocamente gli esseri umani si debbono riconoscere. In questo nostro paese, affetto dalla tremenda malattia di un cinismo ipocrita disposto ad accettare sempre e comunque i nostri difetti, senza mai provare veramente a lavorare su noi stessi per crescere affinché si possano “riveder le stelle”, c’è tantissimo ancora da fare, da costruire, da consigliare, perché si possa essere in pace con la coscienza in merito ai nostri doveri di solidarietà nei confronti dei nostri simili, dei nostri fratelli, di noi stessi. L’invito allora è a stringerci nella nostra interiorità, nella nostra coscienza, domandandoci se non sia possibile fare di meglio e di più, chi scrive per primo, in virtù di un desiderio di giustizia e solidarietà che sia fondato sul riconoscimento della libertà altrui. Le mafie rigettano giustizia e libertà, perché le mafie disconoscono la dignità di cui siamo portatori noi esseri umani. Ma al solo pensiero delle migliaia e migliaia di vittime che i boss hanno lasciato per terra, il quadro si fa chiaro. E perché tale cambiamento avvenga, si deve investire in istruzione e cultura: la prima vittima del pensiero mafioso è lo stesso mafioso, perché calpesta ed offende la sua potenziale dignità, perché si riduce a “bruto” quando avrebbe potuto essere una stella”.

Giusi Bartolozzi (FI), Sandra Lonardo (MISTO) e Sandra Savino (FI), componenti della commissione bicamerale Antimafia – “1031 le vittime innocenti delle mafie, bambini ed adolescenti, semplici cittadini, giornalisti, operanti delle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, amministratori locali, politici e magistrati. E mai come oggi, in tempo di pandemia, le mafie si ricompongono per infiltrarsi nel nostro fragile tessuto economico e sociale. Il ricordo delle tante, troppe, vittime innocenti impone un impegno costante, determinato e consapevole, nella lotta alle mafie che si traduca non soltanto in repressione, ma ancor prima in educazione, etica ed impegno sociale”.

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