Gli affanni di Conte, il “mercato delle vacche” e le elezioni anticipate all’orizzonte

Domenica scorsa vi parlavo della dimissione certa dei ministri di Italia Viva e quindi dell’apertura della crisi di Governo. La previsione si è avverata, nonostante in pochi credevano che Renzi avrebbe portato fino in fondo le avesse più volte annunciate. Auspicavo anche che il presidente Mattarella prendesse in mano la situazione per risolvere la crisi e in breve tempo si adoperasse per verificare se ci fossero le condizioni per formare un nuovo Governo. Magari sostenuto da una maggioranza parlamentare con gli stessi partiti per dare al Paese un Governo in grado di andare avanti con rinnovato vigore e un nuovo programma condiviso che ci portasse a fine legislatura.

L’altra ipotesi che avevo prospettato era quella che si formasse un Governo di garanzia che portasse alle elezioni anticipate. Penso che Mattarella stia agendo proprio in questa direzione e vi spiego il perché. Intanto ha voluto concedere a Conte la possibilità di verificare in Parlamento, come lo stesso gli ha chiesto, di avere ancora i voti per proseguire con il suo Governo, facendo a meno dei voti di Italia Viva. Il suo ragionamento sarà stato quello che in una settimana si sarebbe fatta chiarezza sulla figura di Conte Premier. Infatti, se ottiene la fiducia continuerà ad essere il Premier, se non ottiene la fiducia si pone fuori da ogni gioco per un nuovo incarico. Martedì sapremo se Conte riuscirà nel suo intento.

Adesso siamo nella fase decisiva, quella che io chiamo “il nuovo mercato delle vacche“, dove si cerca di stimolare il cambio di casacca con ogni sorta di promessa. Alla Camera, in ogni caso, l’attuale maggioranza ha i numeri, anche senza Italia Viva, a meno che non succedano dei clamorosi colpi di scena. In Senato la situazione è più fluida e pericolosa: da giorni infatti Conte e i suoi alleati sono alla spasmodica ricerca di senatori che oggi vengono appellati, con una definizione di nuovo conio, “i costruttori“, per sostituire “i rottamatori“.

Ma veniamo ai voti che Conte dovrebbe ottenere al Senato per “sopravvivere”. Posto che in carica sono 321, per ottenere la fiducia ne occorrerebbero 161. Se i senatori a vita si astenessero ne occorrerebbero 158 e se anche i senatori di Italia Viva si astenessero ne basterebbero invece 129 (gli astenuti non si computano tra i votanti). Dalle ultime indiscrezioni che trapelano dai palazzi della politica sembra che la quota oggi raggiunta si attesti tra i 151 e i 155. L’unica possibilità di ottenere la fiducia rimarrebbe quindi quella che Italia Viva si astenga.

Ecco che puntuale spunta Renzi che dichiara l’astensione di Italia Viva, nel caso in cui le dichiarazioni di Conte siano convincenti in base alle ultime richieste avanzate da Italia Viva. Una vera “mossa del cavallo“ per riprendersi in mano le sorti della sopravvivenza (politica) del Premier. Oggi non si può prevedere cosa succederà tra 48 ore perché queste corse all’ultimo voto, hanno spesso riservato delle sorprese. Potrebbero ascoltare le sirene di Conte alcuni senatori di Italia Viva, così come non è neanche da escludere che altri senatori del Pd e del M5S abbandonino Conte, all’ultimo momento. Insomma un thriller dall’esito imprevedibile.

La mia opinione è che Conte sia arrivato a fine corsa e che, dopo la sua eventuale bocciatura in Parlamento, si vada alle elezioni anticipate da svolgersi in estate. O comunque prima del “semestre bianco” del presidente Mattarella che inizierà il prossimo 2 agosto, durante il quale il Presidente della Repubblica non ha più i poteri di sciogliere anticipatamente le due camere.

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