Governo regionale, una “difesa” che non convince: parlano i fatti e non bastano le scuse

Nello Musumeci e Antonio Scavone, si difendono, difendono la Regione. Ma decidono anche di andare all’attacco. Chiedono scusa per gli inconvenienti, è vero, ma poi parlano troppo spesso di “polveroni” e di iene e sciacalli. Scavone addirittura parla di “tranello giornalistico”, termine decisamente fuori luogo che in parte lo stesso Scavone si è rimangiato a conferenza stampa in corso.

Una difesa poco convincente. I ritardi nella erogazione della cassa integrazione sono clamorosi, qualunque tentativo di minimizzare cozza con la disperazione della gente affamata. La Regione ha ovviamente attenuanti generiche perchè per nessuna pubblica amministrazione è facile fare fronte improvvisamente a una grande mole di lavoro. Ma non si può scoprire solo molto tempo dopo che ci sono problemi strutturali e dirigenti non adeguati al ruolo che ricoprono (ammesso che sia così).

Sulla società che ha seguito la piattaforma informatica e che dunque sarebbe la prima responsabile dell’errore, Musumeci dice:  “C’è un contratto vigente con questa società e non possiamo farne a meno”, è stata la giustificazione. E parlando di Sicilia Digitale, la società informatica della Regione, Musumeci ammette candidamente di avere trovato “una scatola vuota” con stipendi esagerati, che va riformata e che è stata concepita “non certo per essere all’avanguardia ma concepita per favorire l’amico del giaguaro, tanto per capirci”. Musumeci, insomma, sfrutta ancora il vantaggio di essere erede del peggior governo di sempre, quello di Crocetta, ma non può abusare del confronto per giustificare le tante cose che non vanno. Anche perché poi Musumeci aggiunge: “Non sapevo che la società che si è occupata della piattaforma fosse la stessa società del flop del click-day ai tempi di Crocetta”. Che non lo sapesse lui ci può anche stare, che nessuno glielo abbia detto è francamente inverosimile.

Ad ascoltare la conferenza stampa, sembra quasi che l’uragano di questi ultimi giorni sia stata una invenzione giornalistica, per di più malevola. L’accordo di premialità per i dipendenti? La Giunta non ne sapeva nulla ed è stato derubricato a “fuoco di paglia”, come se l’assessore Grasso non avesse fatto un preciso comunicato sulla questione. I sindacati? Passo indietro, nessun accordo. I dipendenti regionali? Nessun soldo in più. Dunque, non è successo niente, prendiamoci un caffè per dirla alla palermitana.

Musumeci, che è persona per bene e dai modi gentili, si limita alle scuse generiche e si prende le responsabilità formali di tutto ciò che accade “perchè è sempre il vertice che deve metterci la faccia e non cercheremo alibi”. Annuncia una indagine interna per capire se ci sono state condotte dolose ma poi ammette che ci vorranno almeno altri 4 anni per avere un sistema informatico all’altezza.

Musumeci parla di 27.400 pratiche “trattate” ma il termine è un po’ generico e confuso e fa a pugni con i numeri reali che parlano di poco più di 5.000 pratiche “espletate”. Si augura di chiudere il tutto in una settimana ma sa di sbilanciarsi oltre le sue competenze e conoscenze. Dice che dovrebbe essere lui a dimettersi ma si capisce che è solo una “frase fatta”, e infatti scherzando aggiunge “Ma non vi dò questo sazio”. Poi rivolgendosi al popolo siciliano raccomanda: “Attenti agli usurai”, come se rivolgersi a “destinatari impropri” per avere liquidità fosse una scelta a cuor leggero e non un gesto dettato dalla disperazione. Proprio quella disperazione che il Governo di una Regione povera dovrebbe combattere.

Se doveva essere una conferenza stampa chiarificatrice l’obiettivo non è stato centrato. Possiamo salvare la buonafede ma non l’efficienza. Questa volta, di sicuro questa volta, parlano i fatti e non le iene e gli sciacalli troppo spesso evocati.

CASSA INTEGRAZIONE, LA CONFERENZA STAMPA DI MUSUMECI E SCAVONE /VIDEO

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