Open Arms, sbarcati 27 minori. Infuriano le polemiche sullo stato di salute dei migranti
I 27 minori non accompagnati hanno lasciato la Open Arms trasbordati tra motovedetta della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera e portati dalla Polizia nell’hotspot di Lampedusa. I ragazzi sono 13 di nazionalità eritrea, 5 sudanesi, 2 del Ciad, 2 del Gambia, un ghanese, un maliano, un nigeriano, un etiope e un egiziano.
La cronaca della giornata di sabato 17 agosto:
“Autorizzato sbarco minori a bordo“. Si sblocca lo stallo intorno alla Ong ancorata a ridosso del porto di Lampedusa con l’autorizzazione allo sbarco dei minori. Lo conferma Open Arms. “Abbiamo comunicato di avere bisogno del tempo necessario per comunicare la notizia in modo da garantire l’equilibrio e la serenità di tutte le persone a bordo. Ci auguriamo che oggi possano scendere tutti”. In un tweet della mattinata la Open Arms aveva tuonato: “Il mondo è testimone di quello che hanno dovuto sopportare le 134 persone che attendono di scendere sul ponte della Open Arms. Solo la mancanza di volontà dei politici che hanno il potere di decidere li separa da un porto sicuro”. Questo il tweet della nave spagnola da 16 giorni ferma in mare, al largo di Lampedusa, con 134 migranti a bordo, in attesa di un porto sicuro dove fare sbarcare i naufraghi.
Intanto il Comando Generale della Guardia costiera ha fatto sapere che per quanto riguarda il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo “non vi sono impedimenti di sorta” allo sbarco.
Lo fa sapere, in una missiva inviata al Viminale, al ministero delle Infrastrutture e a quello degli Esteri, in risposta al Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo che ha ricevuto una diffida, dai legali della Ong spagnola, chiedendo al Comando Generale “di autorizzare senza ulteriore indugio l’ingresso della Open Arms nel porto di Lampedusa”. Scrive la Guardia costiera: “Per quanto attiene questo Imrcc non vi sono impedimenti di sorta allo sbarco”, chiedendo “con urgenza” una risposta sullo sbarco dei migranti.
Intanto davanti al porto di Lampedusa i 134 migranti hanno trascorso la loro sedicesima notte a bordo della Open Arms da quando sono stati soccorsi. Sembra che questo ulteriore stallo sia dovuto per attendere quali decisioni verranno adottate dalla Procura di Agrigento che ha aperto un’inchiesta per sequestro di persona e violenza privata.
Sul fronte delle indagini filtra la notizia che la polizia sentirà il medico di Lampedusa. Già ieri gli agenti si sono recati nel poliambulatorio di Lampedusa per sentire il responsabile Francesco Cascio. Il medico non era nell’isola e sarà ascoltato a Palermo o al suo rientro a Lampedusa, la prossima settimana. Ieri Cascio aveva sostenuto che i tredici migranti fatti sbarcare per motivi di salute dalla Open Arms erano in buone condizioni come refertato dal suo staff medico, salvo uno di loro che presentava una otite. Tutti i migranti sono stati poi trasferiti direttamente nell’hotspot dell’isola. Lo stesso Cascio all’Ansa ribadisce: “Mi fido dei miei medici, i referti sono chiari. Non so cosa sia successo: se a bordo di Open Arms ci sono naufraghi con le patologie descritte nella relazione dal Cisom non sono gli stessi che sono stati fatti sbarcare, perché le loco condizioni erano buone, tranne un caso di otite facilmente curabile”. Ma la questione si allarga con polemiche legate alla attività politica di Cascio, gran parte trascorsa in Forza Italia. “Mi sono limitato solo a dire che le persone visitate stavano bene, nient’altro. Non ho fatto nessuna affermazione politica o filosofica – aggiunge Cascio – ho solo risposto citando referti dei miei medici. Se poi vogliono dire che sono stato in Forza Italia, facciano pure. Ma non capisco il nesso. Non voglio neppure replicare a chi è in malafede o stupido. Con le persone stupide e faziose non riesco a parlare. Come si fa a dire una bestialità cosi gigantesca sui referti medici?”
Un altro sit in è stato organizzato davanti la chiesa di Lampedusa. “Su queste scale troverete memoria, solidarietà, resistenza”. Stanotte, sul sagrato della parrocchia di San Gerlando a Lampedusa isolani e attivisti si sono ritrovati uno al fianco degli altri – con tanto di lanterne accese – per continuare a chiedere: “Fateli scendere!”. L’isola delle Pelagie, oltre a essere terra di frontiera e primo luogo di approdo in Europa di migliaia di migranti, è sempre stata simbolo di accoglienza e fratellanza. Negli ultimi mesi però anche Lampedusa, come peraltro sta avvenendo in tutto il Paese, è divisa in due: da un lato c’è chi continua a difendere le ragioni della solidarietà, dall’altro chi sostiene la linea dura dei “porti chiusi” propugnata da Salvini.