Guerra in Libia, il premier al-Serray: “800mila migranti verso l’Italia”
La situazione in Libia riguarda anche la Sicilia, soprattutto in relazione al flusso migratorio che ne potrebbe conseguire.
Sì, perché il premier del governo di salvezza nazionale, al-Serray, denunciando il peggioramento della situazione a Tripoli e dintorni, ha affermato che ciò “potrebbe spingere 800mila migranti e cittadini libici verso le coste europee e l’Italia”.
Al-Serray ha, comunque, ringraziato l’Italia “per il suo impegno di pace” e ha invitato le forze internazionali a non mandare aiuti al generale Haftar: “questa è una vera e propria guerra contro di noi – ha detto il premier libico – una guerra che ci è stata imposta. Noi siamo una popolazione pacifica”.
A rincarare la dose contro Haftar ci ha pensato l’inviato speciale ONU in Libia Ghassan Salamè, secondo cui il generale “non sta compiendo un’operazione anti-terrorismo ma un colpo di Stato”, aggiungendo che “molti ospedali sono saturi. In alcuni casi il diritto umanitario non è purtroppo rispettato perché otto ambulanze e una scuola sono state prese di mira”.
Il bilancio è di 147 morti e oltre 600 feriti.
Intanto, un’intera compagnia di Tarhouna delle forze di Haftar si è arresa alle forze governative libiche sul fronte di Suani ban Adem, 25 chilometri a sud ovst di Tripoli.
Composta da una trentina di militari, la compagnia si è consegnata alla brigata 166 di Misurata, attiva in quell’area.
Ad Ain Zara, vicino a Tripoli, è stato bombardato e distrutto dalle forze di Haftar un magazzino del ministero dell’Istruzione: in fumo 5 milioni di libri di testo e i risultati degli esami di stato.