Piersanti Mattarella

Il 41esimo anniversario della morte di Piersanti Mattarella, il ricordo del mondo politico

Il 6 gennaio 1980 moriva Piersanti Mattarella, assassinato dalla mafia a colpi di pistola in via della Libertà a Palermo durante il suo mandato da Presidente della Regione Siciliana (incarico assunto nel 1978). A 41 anni dalla sua uccisione, le istituzioni ricordano la figura del politico siciliano, fratello dell’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e il suo impegno nella lotta alla mafia.

Stamani si è svolta anche la commemorazione sul luogo dell’omicidio, davanti alla lapide in sua memoria: presenti i familiari di Piersanti Mattarella. A commemorarlo i rappresentanti dell’esercito, poi è stata la volta del vicepresidente della Regione Gaetano Armao e dell’assessore Toto Cordaro in rappresentanza del governo regionale. A seguire il prefetto di Palermo Giuseppe Forlani, con il comandante provinciale dei carabinieri Arturo Guarino, il questore di Palermo Leopoldo Laricchia, e il comandante provinciale della Guardia di Finanza Antonio Nicola Quintavalle Cecere e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che ha deposto un mazzo di fiori.

GIUSEPPE CONTE (Presidente del Consiglio) – “Piersanti Mattarella è stato ucciso 41 anni fa. Di quell’ora buia rimane vivo il ricordo e l’esempio di un uomo delle istituzioni che ha creduto nella forza dello Stato di sconfiggere la mafia e la corruzione e ha combattuto per i suoi ideali e la sua Sicilia sempre a testa alta”.

ROBERTO FICO (Presidente della Camera) – “Il suo coraggio e la coerenza morale devono costituire per noi tutti, cittadini, politica e istituzioni, l’esempio da cui trarre l’ispirazione e la forza necessaria per proseguire lungo la strada obbligata e senza ritorno della lotta alla criminalità organizzata e costruire così un futuro dove non vi sarà più spazio per le dinamiche mafiose che umiliano i cittadini, né per le logiche di sopraffazione, nemiche della democrazia”.

LORENZO GUERINI (Ministro della Difesa) – “È un dovere per tutti noi ricordare, oggi, il sacrificio di Piersanti Mattarella, un esempio di uomo dello Stato e di politico che ha lottato per un’Italia senza mafie e più libera e che ha pagato con la vita la sua battaglia per la legalità. La sua visione riformatrice della politica è ancora oggi un punto di riferimento per tutti noi”.

DAVIDE FARAONE (Presidente dei senatori di Italia Viva) – “Un uomo innamorato della sua terra e dedito al suo popolo. I mafiosi volevano seppellirlo, non sapevano che sarebbe stato un seme. L’esempio di Piersanti Mattarella è la torcia che ci illumina il cammino. Quel cammino lungo e faticoso che conduce alla giustizia e alla libertà”.

NELLO MUSUMECI (Presidente della Regione Siciliana) – “L’esempio di Piersanti Mattarella, dopo più di 40 anni dalla morte, resta un riferimento per quanti sono impegnati nella buona politica, quella che persegue il giusto e non l’utile. Il suo spessore culturale, l’abilità nel mediare situazioni difficili alla ricerca di ampie convergenze, il coraggio nel chiedere cambiamento e innovazione – in una terra che non era ancora disposta a cambiare – sono valori che chi fa politica in Sicilia non può non fare propri. Oggi, forse, più di ieri”.

MIMMO TURANO (Assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana) – “Lo ricordiamo con senso di gratitudine avendo chiaro che abbiamo ancora bisogno di imparare la sua lezione di libertà, coraggio e impegno civile. In questa fase così delicata della vita della Sicilia e dell’intero Paese la vocazione e la testimonianza civile e politica  di Mattarella possono essere una risorsa enorme davanti a problemi antichi e sfide nuove”.

LEOLUCA ORLANDO (Sindaco di Palermo) – “Oggi è l’occasione per confermare la gratitudine al presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella. Ho portato un omaggio floreale a nome della città e dei tanti amici e collaboratori che hanno contribuito a liberare Palermo da un sistema politico-affaristico-mafioso. Bisogna continuare in questo impegno sennò questa commemorazione resta soltanto un rito che si ripete. Noi, invece, vogliamo fare memoria”.

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