“Il Leone di Palermo”: la vita di Ignazio Florio nel romanzo di Salvatore Requirez
Non è stato necessario inventare nulla: la sua vita è stata già di per sé un film, intrisa di avvenimenti quasi surreali: belle donne, feste, balli, viaggi intorno al mondo, incontri con personaggi importanti. Il medico e scrittore palermitano Salvatore Requirez racconta la storia di Ignazio Florio nel romanzo intitolato “Ignazio Florio – Il Leone di Palermo”, edito da Nuova Ipsa Editore – che quest’anno festeggia i 40 anni di attività – e in uscita il 6 maggio.
La presentazione del libro si terrà mercoledì 5 maggio alle ore 18.00 sulla pagina Facebook della casa editrice Nuova Ipsa. Sarà presente l’autore, l’architetto Filippo Forgia e Cesare Gasparri Zezza, figlio di Costanza Afan de Rivera, discendente diretto dei Florio.
Il libro inaugura la collana Mnemosine Gold, che si distingue per le particolari copertine e per la ripubblicazione di opere del passato. L’opera di Requirez, infatti, è la ripubblicazione del romanzo già edito quindici anni fa, aggiornato e con i nomi reali dei personaggi. Un romanzo avvincente che narra la vita – raccontata in modo minuzioso – di Ignazio Florio junior, dai suoi vent’anni fino alla vecchiaia. Leggere l’opera di Requirez è un tuffo nel passato glorioso di Palermo, un diario dettagliato che dimostra l’attenta ricerca storiografica compiuta dall’autore. La vita di Ignazio Florio non è quindi un semplice romanzo, ma uno sguardo ampio sulla storia di quegli anni.
Culto del bello, agiatezza, ma anche sfortuna imprenditoriale e decadenza. La vita di Ignazio Florio, imprenditore palermitano di fine ‘800, è un susseguirsi di fasi fortemente contrastanti tra loro. Una lunga esistenza, fatta di successi, denaro, donne bellissime, riesce a trasformarsi nella più terribile delle tragedie. Sullo sfondo la Palermo della Belle Époque, una Palermo modernissima, brillante come Parigi, ma anch’essa stratificata, dove non è così difficile incontrare miseria e povertà.
“Ho voluto narrare una nota storia siciliana – spiega l’autore Salvatore Requirez – attraverso l’analisi dei personaggi chiave sganciandomi dall’idea del Mito tout court, dall’abbagliante scintillio della Belle Époque (che pure a piene mani, inevitabilmente, si coglie) che da decenni sopravvive come luogo comune, collegandomi, invece, alla verità storica con precisione di date riferendomi ad atti e documenti. Per questo ho adottato la formula diaristica corrispondente alla corretta contestualizzazione di quanto racconto. Sullo sfondo c’è una Palermo bellissima e contraddittoria. È la città dell’Esposizione Nazionale del 1891, del Teatro Massimo, di Villa Igiea e delle altre opere del Basile, crocevia di scambi internazionali, prediletto soggiorno di teste coronate ma che non ha un ospedale degno di questo nome, dove l’analfabetismo dilaga e il lavoro scarseggia, nonostante la secolare opera dei Florio. Una città che affida la sua riscossa, più che all’incerta politica, alle rivolte sociali e alla nascente mafia”.
“Ignazio Florio – conclude Requirez – è un uomo del suo tempo, votato alla modernità ma che non riesce a rinnovare i filoni imprenditoriali in cui la sua casa di commercio era impegnata da 90 anni. Indeciso se vestire i panni del leader dell’alta finanza e instancabile consumatore dei piaceri di una vita lussuosa, conoscerà successi ma anche le tremende tragedie familiari che il destino gli riserva tracciando a suo modo la parabola decadente del superuomo nietzschiano. E i colpi di scena origineranno, spesso, dai mai risolti legami sentimentali di cui ha intessuto la vita”.
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