Il naufragio della “Nuova Iside”: arrestati l’armatore e due ufficiali della “Vulcanello”

La Guardia Costiera ha arrestato l’armatore, il comandante e il terzo ufficiale di coperta della motonave “Vulcanello”, a seguito delle indagini sulla scomparsa e il naufragio del peschereccio Nuova Iside a largo di San Vito Lo Capo il 12 maggio 2020 (evento in cui morirono tre membri di equipaggio). L’armatore è stato posto ai domiciliari: per lui è stato ipotizzato il reato di frode processuale e favoreggiamento personale; il comandante e il terzo ufficiale della “Vulcanello” sono invece accusati di naufragio e omicidio colposo. Una quarta persona sarebbe tuttora ricercata ma risulta essere all’estero.

I legali difensori dell’armatore (il Professor Filippo Dinacci e l’Avvocato Giovanni Di Benedetto) respingono però le accuse al loro assistito e affermano che, “in merito ai provvedimenti disposti dalla Procura di Palermo nei confronti del Dott. Brullo Raffaele”, “dalla semplice lettura dell’ordinanza di custodia cautelare emerge come non sia addebitata al loro assistito alcuna condotta concreta dallo stesso posta in essere e che, pertanto, si è in presenza di un equivoco processuale che ci auguriamo la stessa Magistratura chiarirà quanto prima”.

Le ricerche avviate dopo la scomparsa della “Nuova Iside” portarono al ritrovamento dei corpi di due dei tre membri dell’equipaggio e del relitto della nave, mentre il corpo del terzo componente di equipaggio venne recuperato sulla spiaggia di Gioia Tauro in Calabria. Le indagini hanno poi portato al sequestro della scatola nera della motonave Vulcanello e all’ispezione della carena della stessa nave, oltre  a perquisizioni nella sede della società armatrice.

Cristina Alaimo (moglie di Giuseppe Lo Iacono) e Rosalba Cracchiolo (madre di Vito Lo Iacono e moglie di Matteo Lo Iacono) affermano: “I nostri congiunti erano esperti uomini di mare e non si sarebbero mai messi in pericolo. Adesso confidiamo nel lavoro della magistratura perché noi vogliamo piena giustizia. I nostri cari non torneranno più ma chi ha sbagliato è giusto che paghi. Abbiamo apprezzato il lavoro svolto dalla procura di Palermo per fare emergere la verità e le responsabilità per la tragedia accaduta nelle acqua di San Vito. Non smetteremo mai di batterci per affermare la verità”.

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