tonnara di favignana, mazzata decisisva: Miccichè colpa di un leghista

Tonnara di Favignana e revisione quote tonno: interrogazione dei deputati Germanà e Scoma

Le quote tonno e la paventata chiusura della tonnara di Favignana sono state oggetto di una interrogazione parlamentare al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio presentata dai deputati nazionali di Forza Italia, Nino Germanà e Francesco Scoma. I due parlamentari sottolineano che le esigue quote assegnate, di appena 14 tonnellate, “non sono sufficienti a sostenere i costi cosa per cui l’azienda Nino Castiglione, che la gestisce, ne ha annunciato la chiusura”.

Germanà e Scoma evidenziano che “l’attività di pesca con i metodi della tradizione della tonnara di Favignana, si sarebbe svolta alla luce delle nuove esigenze derivanti dal cambiamento non solo dei parametri ma anche delle sensibilità per un maggior rispetto dell’eco-sostenibilità e dei cambiamenti subiti dalla fauna marina, tanto che nella battaglia per riaprire la tonnara di Favignana privati e amministratori locali si sono ritrovati al fianco anche gli ambientalisti; l’antica pratica della struttura fissa che sarebbe stata applicata dai pescatori facenti capo alla tonnara di Favignana, infatti, è selettiva e sostenibile, consente solo la cattura degli esemplari già adulti ed evita di far finire in trappola altre specie; la tonnara di Favignana sembrava rappresentare il primo tassello di un possibile ritorno in auge delle numerose altre tonnare, oggi chiuse, presenti in Sicilia”.  

I due parlamentari chiedono “quali iniziative di competenza intenda urgentemente adottare il Ministro per impedire la chiusura della tonnara di Favignana e se non ritenga di dover promuovere una immediata revisione della distribuzione delle quote di tonno”.

Intanto interviene anche la FAI CISL con una nota in cui sottolinea che il decreto a firma del sottosegretario leghista Franco Manzato “farà perdere 80 posti di lavoro e 700 mila euro di investimento privato, andati in fumo”. La decisione – secondo il sindacato – causera’ da un lato la chiusura della tonnara di Favignana e dall’altro dara’ un ulteriore vantaggio alle flotte straniere che vengono a pescare nel mare Mediterraneo.

“Per una volta – affermano Adolfo Scotti, segretario generale Fai Cisl Palermo Trapani e Pierluigi Manca, segretario generale Fai Cisl Sicilia – che un’azienda come la Castiglione scommetteva sul territorio, puntando sulla manodopera locale e in un settore complesso come quello ittico, dall’alto viene calata una scure che distrugge tutto, manda a casa 80 lavoratori fra diretti e dell’indotto e vanifica tutte le risorse private impiegate per far ripartire un impianto dopo 12 anni di inattivita’”.

Anche l’associazione dei comuni interviene sulla paventata chiusura della tonnara. In una nota il presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando “esprime la propria preoccupazione per la chiusura della tonnara di Favignana, una scelta grave che penalizza quella parte importante di economia siciliana basata sulle ricchezze del mare. Ci auguriamo – aggiunge Orlando – che attraverso un nuovo confronto tra il ministero delle Politiche agricole e la Regione Siciliana si possano rivedere le decisioni assunte al fine di evitare un gravissimo danno economico all’economia del territorio e la crisi di un’azienda che rappresenta una delle maggiori eccellenze dell’agroalimentare siciliano e che garantisce il lavoro di quanti operano nell’impianto e nell’indotto”.

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