Italia, governo di emergenza istituzionale o Conte-ter: scende in campo Mattarella
Alla fine Giuseppe Conte è stato costretto a dimettersi. Ci sono volute due settimane per capire che quando una forza di governo si ritira dalla maggioranza, specie se è quella che ha “inventato” la maggioranza del Conte bis, la via maestra sono le dimissioni: e questo sia da un punto di vista istituzionale che politico. Ed aggiungerei morale.
Conte è quindi salito al Colle a rassegnare le proprie dimissioni, per consentire al presidente della Repubblica di riprendere in mano la situazione e tentare di dare al paese un Governo all’altezza delle attuali esigenze, più forte e coeso. L’Italia ha bisogno di un governo in grado di rispondere alle attuali esigenze di crisi sanitaria, economica, occupazionale e sociale, la più grave dal dopo guerra ad oggi.
L’inutile perdita di tempo di due settimane, che Conte, il M5S ed il Pd hanno imposto all’Italia per tentare di sostituire Italia Viva con un gruppo di transfughi dai rispettivi gruppi di provenienza, rischia di farci pagare un prezzo molto alto. Questo ritardo potrebbe infatti condizionare in modo irreversibile la possibilità di presentare, nei tempi previsti alla Commissione Europea, un Recovery Plan “new generation EU“ e di perdere l’ultima occasione utile per far ripartire l’Italia.
Sono preoccupato all’idea che il presidente Mattarella possa cedere alla richiesta di Pd, M5S e Leu di formare il Conte Ter. Sarebbe una soluzione disastrosa che non risolverebbe nulla e porterebbe il paese dritto alle elezioni anticipate a giugno.
Non credo che il buon Mattarella si muoverà solo in questa direzione. Anzi, sono certo che tenterà in tutti i modi di convincere le maggiori forze politiche di finirla con i distinguo, i pregiudizi ed i veti incrociati, che servono solo ai fini tattici per acquisire consensi. Chiederà sicuramente a tutte le delegazioni dei partiti, che consulterà nelle prossime ore, un’assunzione di vera responsabilità, nell’interesse dell’Italia. Una nazione lacerata che sta tanto soffrendo ed ha bisogno dell’apporto di tutti e della sospensione di ogni contesa, come si fa in tempo di guerra.
Le 24 ore che il Presidente si è preso, per iniziare le consultazioni, complice la commemorazione del giorno della memoria, consentirà ai partiti di riflettere molto su cosa andare a proporre al Capo dello Stato. I cittadini sapranno valutare le posizione di ogni partiti e si comporteranno di conseguenza alle prossime elezioni, nulla è più scontato come prima, gli orientamenti elettorali oggi sono estremamente mutevoli ed incontrollabili.
Se Mattarella riuscisse nella sua azione di convincimento delle maggiori forze politiche, anche se non tutte, potrebbe chiedere a Draghi, o a un’altra forte e capace personalità che in Italia non mancano, di formare un governo di emergenza istituzionale, composto dai migliori e più capaci personaggi di cui la politica italiana ancora dispone. Certo, se guardiamo alle prese di posizione di queste ultime settimane, l’impresa sembra al limite dell’impossibile. Ma mai fidarsi solo di quello che si dichiara pubblicamente e nei talk show. Sarebbe drammatico constatare che nessuno sia disponibile a rinunciare alle rispettive rendite di posizione nel supremo interesse di tutto il popolo italiano.
Incrociamo le dita e facciamo gli auguri al Presidente Mattarella, affinché riesca in questo auspicabile intento, sarebbe veramente un toccasana per il nostro paese. Avremmo davanti due anni nei quali si potrebbe davvero far ripartire l’Italia. Da un lato i 300 miliardi di euro disponibili per cambiare e modernizzare tutta l’Italia, specie il Sud e la Sicilia, dall’altro la necessità di riscrivere le regole di convivenza civile condivise che passano attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale, la riforma della burocrazia, quella della giustizia, quella fisco, quella della sanità e tante altre che non sono più rinviabili, per modernizzare e rendere più efficace ed efficiente lo Stato.
Se si determinasse la situazione che ho prima auspicato, anche l’elezione del prossimo presidente della Repubblica, che dovrà avvenire tra 13 mesi, ne trarrebbe vantaggio. Le forze politiche che comporrebbero una siffatta maggioranza di Governo, sarebbero costrette a convergere su un nome che stia bene a tutti, o confermando Mattarella, oppure individuando un altro nobile personaggio che rappresenti il punto più alto di mediazione a garanzia del rispetto della Costituzione Italiana.
La situazione è drammatica. Ma è proprio dalle situazioni difficili e gravi che sono sempre nati i momenti di riscatto e di ripresa. Speriamo che si verifichi anche nell’attuale condizione. Ora o mai più.
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