La Corte dei Conti: “Gravi deficit della sanità in Sicilia. Ars, basta consulenze ingiustificate”

La Corte dei Conti bacchetta la Sicilia, a cominciare dalla Regione. Le relazioni di inizio anno giudiziario sono un duro avvertimento alla gestione della politica regionale, a cominciare dalla stretta attualità e cioè il rendiconto 2019, ritirato in autotutela dalla Giunta ma che ad oggi “non risulta trasmesso” (scrive il presidente facente funzioni della sezione di controllo per la Sicilia della Corte dei Conti, Anna Luisa Carra).

Ma nel mirino finisce soprattutto la sanità: “É necessario – aggiunge Carra – abrogare la norma con la quale la Regione ha posto la quota di rimborso del finanziamento contratto nel 2007 a carico del Fondo sanitario. Il continuare a porre a carico del Fondo sanitario spese non correlate direttamente all’erogazione di servizi sanitari costituisce palese distrazione di risorse destinate a finanziare il sistema sanitario regionale”.

E c’è di più: “L’emergenza covid ha ulteriormente messo in evidenza i gravi deficit della sanità siciliana, come rilevato in istruttorie su apparecchiature non utilizzate o, più specificamente, sulla mala gestio e/o disorganizzazione presso alcune aziende sanitarie nella gestione dell’emergenza pandemica”.

Ma di critiche ce ne sono anche per l’Ars. Nella sua relazione, il presidente della sezione giurisdizionale Vincenzo Lo Presti richiama l’assemblea regionale a non affidare incarichi di consulenza che risultino “assolutamente generici”. “Il conferimento di carichi esterni è consentito solo in casi eccezionali. Gli esborsi per tali consulenze sono del tutto ingiustificati e si risolvono in danno erariale con palese violazione del principio del buon andamento sancito dall’art. 97 della Costituzione”.

Si sottolinea che “il numero di Comuni che presentano gravi difficoltà finanziarie tali da ricorrere a procedure di risanamento è destinato a crescere sensibilmente” e come anche quest’anno sia molto elevato l’ammontare dei debiti fuori bilancio e il ricorso ad espedienti contabili per “far quadrare i conti”. Espressione secondo la Corte dei Conti di “gestioni di bilancio carenti”.

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