La crisi di governo si avvita sullo scontro fra Renzi e Salvini. In Sicilia alleanze consolidate

Le elezioni sono dietro l’angolo oppure ci saranno “colpi di coda” per allungare una legislatura che tutti gli osservatori avevano definito già abortita in partenza perché nata da una alleanza “innaturale” tra due forze agli antipodi su tutto lo scibile umano e la resa dei conti di questi giorni ne è la conferma.

Ma alla vigilia di un probabile ritorno alle urne Salvini vorrebbe chiedere all’Italia di dargli quel consenso necessario per fare tutto da solo. Ma i sondaggi lo sconsiglierebbero perchè ci sarebbe un incognita che i sondaggisti evidenziano: Salvini potrebbe perdere del consenso tra quei elettori che lo reputano “troppo estremista”, ed è per questo che è combattuto per riproporre l’alleanza con il vecchio centrodestra soprattutto al sud e in Sicilia per controbattere sia al PD che al M5S.

In Sicilia le allenze tra i partiti di centrodestra non sarebbero in discussione anche alla luce dell’ultima trovata di Silvio Berlusconi di creare queta nuova creatura “Altra Italia” che ha radici centriste e serve per bilanciare il peso di un’alleanza che altrimenti sarebbe spostata troppo a destra. Ecco che un’alleanza tra il vecchio centrodestra con l’aggiunta delle sigle centriste riunite da Berlusconi, potrebbero far fare l’en plein di parlamentari al sud ed in Sicilia.

Un’alleanza che ha fatto bene solo a Matteo Salvini, dopo aver smantellato l’alleanza di centrodestra che gli ha permesso di eleggere i suoi parlamentari nei collegi uninominali e che in pochi mesi ha raddoppiato i consensi mirando sulla politica degli sbarchi: impedire alle navi non governative ma anche quelle della guardia costiera e della guardia di finanza, di attraccare portando a termine l’opera di salvataggio di vite umane.

In questi mesi di “purgatorio” parlamentare le diverse altre forze politiche ne hanno chiesto le dimissioni per “provata incapacità”, ma ai due attori serviva proseguire per poter varare i “loro” provvedimenti da cavallo di battaglia: per Luigi Di Maio, il reddito di cittadinanza, l’eliminazione della prescrizione nei processi, il taglio dei vitalizi e adesso il taglio dei parlamentari.

Per Salvini i provvedimenti sulla sicurezza con il blocco degli immigrati a cui è vietato lo sbarco nei porti italiani e la flat tax, che però (era nel programma del centrodestra) non ha visto la luce. Una politica di compromessi che ha prodotto un raddoppio dei consensi per il ministro degli Interni e un dimezzamento di voti per quello del Lavoro.

Oggi che si paventa di tornare alle urne vi sono i primi distinguo e quello che si vociferava nei corridoi del Transatlantico, di un avvicinamento di una parte del PD (quello di Franceschini e del segretario Zingaretti) ai 5 stelle, denunciato dal senatore siciliano di fede renziana, Davide Faraone (che aveva accusato la segreteria nazionale di averlo fatto fuori proprio per le sue denunce di inciucio con i grillini) si starebbe materializzando proprio con il suo mentore Matteo Renzi che è contrario a mandare il paese alle urne.

“Andremo in Senato – dice Renzi – e ci confronteremo. Qui è in gioco l’Italia, e votare subito è folle per tre motivi. La priorità è evitare l’aumento dell’Iva. Il secondo motivo e che Salvini deve lasciare il Viminale e Conte deve lasciare palazzo Chigi. I due dovranno essere sfiduciati (vi sono due mozioni di sfiducia depositati) non possono essere loro i garanti elettorali. Facciano la campagna, ma lascino gli uffici pubblici: si trovino un altro modo per pagare i loro mastodontici staff. Si voti con un governo di garanzia elettorale, non con questo”.

“Il terzo punto – continua Renzi – è il taglio dei parlamentari. Considero la riduzione dei parlamentari una riforma incompleta e demagogica. A me non piace. Ma devo ammettere che hanno ragione loro (i 5 stelle) quando dicono che sarebbe un assurdo fermarsi adesso, a un passo dal traguardo. Si voti in Aula in quarta lettura e si vada al referendum: siano gli italiani a decidere”.

Un modo elegante per allungare la legislatura di un altro anno e oltre. Ma Renzi va oltre: “Salvini ha accelerato per motivi che noi non sappiamo. Forse i 49 milioni di euro che la Lega ha sottratto agli italiani, forse i rubli chiesti dai leghisti alla Russia come tangente, forse ha finito i soldi per la sua macchina da propaganda sui social? Per questo va sfidato culturalmente, politicamente e elettoralmente. Ma le regole si decidono insieme: non può fare il giocatore, l’arbitro e l’ultrà. Anche perchè gli riesce fare solo l’ultrà”.

Alla domanda se stia aprendo ai 5 Stelle, l’ex leader del Pd risponde: “No. Faccio un appello a tutti. Dalla Lega ai 5 Stelle, da Forza Italia alla sinistra radicale, dalle Autonomie ai sovranisti fino ai gruppi parlamentari del Pd, della cui tenuta non dubito. A tutti. Ci vuole un governo istituzionale che permetta agli italiani di votare il referendum sulla riduzione dei parlamentari, che eviti l’aumento dell’Iva, che gestisca le elezioni senza strumentalizzazioni”.

La replica di Salvini, attraverso un’intervista ad un quotidiano, che giudica “un trappolone agli italiani” continuare la legislatura con un’alleanza Renzi-Di Maio che giudica come “il governo dei disperati”.

“Tutti hanno sempre ripetuto che dopo questo governo c’erano solo le elezioni. Quindi spero che il Presidente Mattarella senta la sensibilità del Paese. Un governo con Renzi e Di Maio non la ascolterebbe, questa sensibilità. Un governo tra Pd e Cinquestelle non sarebbe certo una fregatura per la Lega, anzi. Noi però sette ministeri li abbiamo sacrificati perchè ci siamo resi conto che al Paese serviva concludere con l’attuale governo”.

Il vicepremier vuole evidenziare che questo accordo sarebbe identificato come “Il potere della poltrona. Solo e unicamente questo. Ditemi una cosa su cui sono d’accordo Renzi e Di Maio. Rispetto i ‘cacciatori’ di poltrone, per carità. E rispetto i disperati che non vogliono tornare a lavorare fuori dal Parlamento”.

E questa è solo la prima puntata.

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