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La legge è uguale per tutti. Ma al Sud… Ecco i dati allarmanti del Pg Fuzio

Il 30,8% dei magistrati raggiunti nel 2018 da provvedimenti della Sezione Disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura presta servizio nelle regioni Sicilia e Calabria.

È quanto è emerso dalla relazione del Procuratore Generale della Suprema Corte di Cassazione Riccardo Fuzio intervenuto alla solenne cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, esprimendo preoccupazione per il dilagare del fenomeno del coinvolgimento di molte toghe in episodi criminosi, fattore che senz’altro danneggia l’immagine dell’intera magistratura. “Suscita allarme la gravità e la frequenza degli episodi che di recente hanno visto coinvolti diversi magistrati, perché ciò determina un indebolimento della fiducia dei cittadini nell’indipendenza e imparzialità della funzione penale”, afferma il Procuratore nella rapporto sulle condotte dei magistrati italiani.

Il 47,6% dei magistrati sui quali si sono aperti procedimenti nell’anno appena trascorso è stato considerato responsabile di violazioni del dovere della correttezza, mentre il 38,6% sarebbe venuto meno al dovere di diligenza nell’esercizio della propria funzione. Il 13,8% si riferisce, invece, a condotte irregolari tenute al di fuori dell’ambito professionale. Dinanzi a questa situazione il Procuratore ha auspicato che il sistema disciplinare si faccia severo al pari di quello penale, al fine di prevenire “derive patologiche in un settore di rilevantissimo interesse economico, capace di incidere sul piano nazionale in termini di difesa della legalità del fenomeno mafioso”.

Complessivamente, relativamente all’anno 2018, dai dati presentati emerge che sono state 149 le richieste di procedimenti disciplinari a carico dei magistrati, delle quali il 61,1% avanzate dal Procuratore Generale della Cassazione e il 40% dal ministro della Giustizia. Delle 149 richieste, 141 sono sfociate in provvedimenti emessi dalla Sezione Disciplinare del Consiglio Superiore della magistratura ed in particolare in 35 condanne, pari al 24,8%, e 40 assoluzioni, pari al 28,4%. Le restanti pratiche sono state archiviate o dichiarate inammissibili. Sono 3 i magistrati raggiunti dalla sanzione più grave che consiste nella rimozione dall’ordine giudiziario, mentre 4 sono stati invece sanzionati con la perdita di anzianità, 24 con la censura e quattro con l’ammonimento, la sanzione più lieve.

Il meridione si conferma la zona più “colpita” dai procedimenti. Nelle sole regioni Sicilia e Campania presta servizio quasi un terzo dei sottoposti a procedimento. A seguire il Lazio con il 10,3%. Al Nord, la Regione più alto nella classifica è la classifica del Nord è la Lombardia con il 5,1%.

Il Procuratore Generale avrebbe poi sottolineato come l’attenzione dovrebbe essere massima soprattutto in quei settori particolarmente delicati ed esposti al rischio di illeciti in ragione dell’entità degli interessi economici in gioco. Il riferimento è ai settori fallimentare e delle misure di prevenzione, collegandosi alle quali, ha posto come esempio le vicende relative alla Sezione palermitana, ormai note come “caso Saguto”, dal nome del giudice che, peraltro, ha subito proprio nel 2018 la rimozione dalla Magistratura.

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