La Ocean Viking sbarcherà a Pozzallo: “Accordo sulla ricollocazione dei migranti”
La Ocean Viking sbarcherà a Pozzallo. Ad autorizzare l’approdo nel porto siciliano della nave con a bordo i 104 migranti salvati il 18 ottobre è il Viminale in una nota: “Si è appena conclusa – informa il ministero – la procedura di ricollocazione in base al pre-accordo raggiunto nel corso del vertice di Malta. Francia e Germania, in particolare, ne accoglieranno 70″. Lo sbarco è previsto per le 8 di domattina, 30 ottobre.
Michael Fark, capo-missione di Medici senza frontiere (che gestisce la nave insieme a Sos Mediterranee) afferma: “Dopo giorni bloccati in mare e con alle spalle le orribili condizioni sopportate in Libia e lungo tutto i loro viaggio, finalmente i migranti potranno essere portati al sicuro. Questi prolungati, inumani, blocchi non devono continuare. Siamo sollevati ed apprezziamo che Francia, Germania ed Italia abbiano finalmente trovato una soluzione per il ricollocamento di tutti i 104 naufraghi a bordo della Ocean Viking e per i 90 sulla Alan Kurdi (in realtà, per quest’ultima nave, non c’è ancora un’autorizzazione allo sbarco, ndr.)”.
Di diverso tenore la dichiarazione di Vito Crimi viceministro dell’Interno che ha confermato che i porti resteranno chiusi senza la decisione preventiva sui ricollocamenti. “Dopo 10 giorni in mare è stato assegnato il porto alla Ocean Viking, ma solo dopo che per tutti i migranti è stata definita la ricollocazione secondo gli accordi di Malta. E’ stata garantita l’assistenza e la cura a chi ne aveva bisogno, ma questo governo ha confermato ancora una volta l’autorevolezza necessaria a garantire che l’Europa si faccia carico del fenomeno migratorio non lasciando sola l’Italia. Chi sbarca in Italia, sbarca in Europa. A chi in questi giorni ha chiesto di far sbarcare la Ocean Viking, senza trovare soluzioni, io dico attivatevi perché l’Europa si faccia carico di chi sbarca prima di pretendere di far attraccare le navi delle ONG, aiutateci a far si che l’Italia non resti sola”.
Secondo Crimi, “la ricollocazione ovviamente non è la soluzione, ma è solo la cura dei sintomi di un fenomeno che investe l’Italia ma di cui l’Europa deve farsi carico. Dobbiamo lavorare perché non ci siano le partenze, perché nessuno rischi la vita in mare, e non è con gli slogan ma con il serio lavoro di collaborazione tra gli Stati Europei e con gli stati del nord Africa interessati dalle rotte migratorie che riusciremo ad incidere sulle origini del fenomeno”.