La piccola Umbria ha premiato il centrodestra. I “riflessi” siciliani del dopo voto
La Lega stravince in Umbria, il M5S sprofonda in una crisi senza precedenti: è questo il risultato degli ex alleati che per circa un anno e mezzo hanno retto le sorti del Governo nazionale. Si potrebbe dire che Matteo Salvini ha saputo riscattarsi dal clamoroso errore che lo portò all’apertura della crisi del primo governo Conte, mentre Di Maio avrebbe compiuto un imperdonabile errore alleandosi con il Partito Democratico.
Certo, sono valutazioni che attendono riscontri in ben altre realtà, rispetto alla piccola regione Umbria, che comunque dal 1970 è stata sempre amministrata dalla sinistra. Adesso nel M5S si aprirà la caccia al capo politico Di Maio mentre nella Lega si leveranno gli “osanna” a Salvini. Immagini speculari che la dicono lunga sugli equilibri politici che cominciano a prendere forma in Italia.
Il centrodestra, secondo il responso dei voti conquistati in Umbria, sarebbe maggioranza assoluta nel Paese: la Lega ha collezionato il 36,95% (8 seggi), Fratelli d’Italia il 10,4% (2 seggi), Forza Italia il 5,5% (1 seggio). Benché ridotta al minimo, Forza Italia comunque rimane fondamentale per avere la maggioranza assoluta.
Di ben altro tenore il risultato della coalizione di centrosinistra: il Partito Democratico si è fermato al 22.33% (5 seggi), il Movimento 5 Stelle è precipitato al 7,41% (1 seggio). L’esperimento giallorosso in Umbria è stato clamorosamente bocciato da un elettorato evidentemente stanco dei vari scandali che si registrano in Umbria da alcuni anni. Ma l’obiettivo principale del centrodestra è quello di riuscire a conquistare la regione Emilia Romagna (dove il voto è previsto a gennaio). Regione “rossa” per eccellenza che Salvini pensa di poter “espugnare”, così come è avvenuto per l’Umbria.
I rapporti all’interno del centrodestra sono notevolmente mutati: la Lega in Umbria è andata ben al di là del 34% che aveva ottenuto alle elezioni europee, Fratelli d’Italia ha raddoppiato i suoi consensi. Forza Italia ha perso voti ma ha mantenuto il seggio.
Un arretramento del partito di Berlusconi che rischia di essere polverizzato ulteriormente dalla Lega e da Fratelli d’Italia. E proprio qui si innesta la provocazione, o il richiamo che dir si voglia, lanciata dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè che non intende avere come alleato un partito come la Lega, anti europeista e anti meridionalista e che ha ipotizzato la nascita di un partito del Sud.
Un segnale di insofferenza, un richiamo a Silvio Berlusconi, affinché intervenga per cercare di riportare Salvini su più miti consigli. Per Miccichè il primo atto di buona volontà che il leader della Lega potrebbe compiere sarebbe quello di votare favorevolmente per la nuova commissione europea presieduto da Ursula von der Leyen. Ciò farebbe bene anche a Salvini che eviterebbe di rimanere isolato in Europa.