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La Procura sequestra la Scala dei Turchi: indagato il proprietario dell’area

La Guardia costiera di Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, ha apposto i sigilli agli accessi alla Scala dei Turchi, il pezzo di costa agrigentina di marna bianca, luogo di grande attrazione per migliaia di visitatori. A disporre il sequestro è stato il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, che ha anche iscritto nel registro degli indagati Ferdinando Sciabarrà che è, catastalmente, proprietario di una grossa parte dell’area.

L’ipotesi di reato che viene contestato dalla magistratura è occupazione di demanio pubblico. “A fronte di un sito di immenso valore storico, paesaggistico e geologico, si deve purtroppo registrare una carente tutela del sito stesso, verosimilmente attribuibile all’ambiguo status giuridico” ha scritto la Procura nel provvedimento di sequestro. Fra il proprietario delle particelle catastali e il Comune di Realmonte, da tempo, è in corso una diatriba anche giudiziaria.

“II sito viene rivendicato come di proprietà dell’indagato che ne detiene il possesso di fatto. L’indagato, da parte sua – scrivono i magistrati – senza avere mai effettuato alcuna opera a protezione del sito, sia dal punto di vista della tutela paesaggistica che della messa in sicurezza, ha avanzato pretese di carattere economico sullo sfruttamento del sito e ha preteso di effettuare opere di recinzione, innescando un contenzioso con il Comune di Realmonte che ha contestato all’indagato la proprietà del bene”. L’indagine della Procura era stata aperta all’inizio dello scorso dicembre, a carico di ignoti, per inosservanza delle norme a tutela dei beni artistici, culturali ed ambientali.

“E’ un sequestro d’urgenza, necessitato dal fatto che si sta approssimando la stagione turistica e che vi è un concreto pericolo per i turisti e per i bagnanti. La Scala dei Turchi è un bene che ha una valenza paesaggistica, storica, archeologica, geologica è un sito molto fragile: abbiamo registrato atti di vandalismo, gente che porta via pezzi di marna, graffiti di dubbio gusto, buchi nella scogliera, carotaggi non autorizzati. E’ un sito fragile perché dalla parte sommitale cadono dei massi che mettono in pericolo le persone, ma danneggiano la stessa marna bianca”. Lo ha spiegato il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, che ha firmato il provvedimento di sequestro.

Secondo l’assessore regionale all’Ambiente, Toto Cordaro, “la decisione della Procura pone fine alla annosa controversia tra il Comune di Realmonte ed il presunto proprietario della Scala dei Turchi, bene naturale che da tempo la Regione ha sottoposto a vincolo paesaggistico. Adesso ci sono tutte le condizioni per elaborare e finanziare un progetto di tutela e, al tempo stesso, regolamentare la fruizione di uno dei tratti di costa più suggestivi dell’Isola, coniugando il diritto del visitatore con la conseguente esigenza della salvaguardia dell’area”.

Il sindaco di Realmonte, Lillo Zicari, ha commentato: “Non immaginavamo che ci fosse il provvedimento di sequestro pronto. Pare che si vada nella direzione auspicata dal Comune di Realmonte: affermare che la Scala dei Turchi è pubblica e non appartiene ad un privato. Qualche anno fa organizzai una manifestazione pubblica portando sulla Scala dei Turchi i sindaci, i deputati. Siamo arrivati con le bandiere dello stato italiano e della regione affermando che la Scala dei Turchi apparteneva a tutti i cittadini”.

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