La Sea Watch non si ferma all’alt della GdF e arriva nel porto di Lampedusa. LE REAZIONI
Stefania Prestigiacomo, (Fi): “Il Governo Italiano separi le ragioni del diritto internazionale da quelle dell’umanità, faccia prevalere le comuni radici cristiane, su quelle del sovranismo muscolare nei confronti di 40 disperati e del maschilismo retorico brandito nei confronti della donna che guida la Sea Watch. Dopo 14 giorni in mare, in condizioni di caldo asfissiante, in condizioni simili a quelle degli schiavi dei secoli scorsi, i migranti devono essere sbarcati, assistiti e giustamente redistribuiti. Dopo ci sarà tempo e modo per tutti gli eventuali accertamenti e provvedimenti nei confronti della nave e del suo equipaggio. Oggi deve prevalere il monito del Santo Padre. Se siamo cristiani, lo siamo sempre”.
Leoluca Orlando, (sindaco di Palermo): “Il governo nazionale, con la maschera del ministro dell’Interno e con l’approccio disumano che vuole criminalizzare chi salva vite umane in mare, agisce in spregio ed è ormai esso stesso un insulto alla storia, alla cultura e al diritto dell’Italia e degli Italiani”.
Anna Maria Bernini, (Fi): “Quella che si sta giocando sulla pelle dei 47 migranti della Sea Watch è sicuramente una brutta partita. Ma il Pd che accusa Salvini di tenerli in ostaggio dovrebbe fare una profonda riflessione sul perchè siamo arrivati a questo punto. Non sono stati forse i governi del Pd, prima di Minniti, a tenere in ostaggio l’Italia con la politica indiscriminata delle porte aperte senza pretendere che l’Europa facesse la sua parte? Era inevitabile che alle porte aperte seguissero i porti chiusi. E se la commissione europea dei diritti umani ieri ha respinto il ricorso della Sea Watch, significa che ci sono anche organismi comunitari che hanno preso atto dell’impossibilità che l’immigrazione pesi sulle spalle di un solo Paese, che non può farsi imporre le politiche migratorie dalle Ong”.
Luigi Di Maio (vicepremier): “Siamo diventati ormai il palcoscenico del Mediterraneo. Come mai la Sea Watch neanche prova più ad avvicinarsi alle coste maltesi o alle coste greche? Semplice, a Malta come in Grecia non fa notizia. Hanno preferito restare 14 giorni a largo delle nostre coste anziché chiedere a La Valletta, Madrid o Atene lo sbarco. I governi di questi tre Paesi sono forze politiche tradizionali europee. Se uno dei popolari europei o dei democratici europei ti nega lo sbarco, i media neanche ne parlano, se lo fa il Governo italiano si mette in moto il carosello. La Sea Watch si fa pubblicità e raccoglie più fondi per carburante, viveri e riparazioni, così può ripartire.
La Corte di Strasburgo gli nega lo sbarco? Meglio, si pubblicizza ancora di più il brand. Qualcun altro nel governo gli risponde via social? Ottimo, ci saranno in tutto il mondo una serie di finanziatori alla Soros pronti ad incrementare i loro bonifici.
In mezzo però ci sono le persone. Gli esseri umani. Che sono comparse inconsapevoli di questo grande teatro che sono diventate le acque territoriali italiane. Persone che sono state illuse di trovare la terra promessa in Europa. Dove ci sono decine di milioni di poveri e l’1% della popolazione che possiede il 40% della ricchezza. Quello stesso 1% che si commuove ogni volta che non facciamo sbarcare migranti in Italia, ma che trucida milioni di europei con le operazioni di finanza speculativa o con le loro banche che strozzano le imprese.
Io non ho tutte le risposte. Ma se dovremo passare tutta l’estate a litigare con le ONG abbiamo già perso.
Servono corridoi umanitari legali per chi può venire qui. Se entri in Italia lo fai col permesso dei cittadini italiani.
Servono più rimpatri delle migliaia di irregolari non identificati che abbiamo nel nostro Paese. Servono Agenzie dell’Unione Europea su suolo Africano, serve una alleanza con la Cina per investimenti sostenibili nel continente africano. Il Movimento 5 Stelle non ha né il Ministero degli Affari Esteri, né quello dell’Interno, né quello dell’Unione europea. Le politiche dell’immigrazione vanno fatte soprattutto sul lungo periodo. Altrimenti ci aspetta una estate lunga, con gli stessi problemi di sempre!”.
Giuditta Pini, (PD): “La Sea Watch e’ entrata in acque italiane e sta facendo rotta verso Lampedusa. A guidarla e’ Carola Reckete, una giovane donna a cui non mancano determinazione e coraggio. Matteo Salvini l’ha definita “una sbruffoncella”, perche’ a lui le donne, specie quelle forti come la capitana Reckete, fanno paura. Con una delegazione del Pd sarò lì perche’ i migranti e l’equipaggio della Sea Watch non devono essere lasciati sole e soli. Chi fa politica è chiamato a esercitare il bene comune e a tutelare chi è in situazione di bisogno e indigenza. Il nostro posto è la”.
Riccardo Magi, (+Europa): “Sono appena arrivato a Lampedusa per seguire da vicino, come parlamentare, l’evolversi della situazione e testimoniare vicinanza alle vittime di quella che è ormai una farsa di Stato disumana e sadica. L’ingresso della Sea Watch nelle acque territoriali italiane è l’unico esito coerente con il senso di umanità e con le norme internazionali e nazionali sul salvataggio della vita in mare. Con il tempo cio’ emergera’ con chiarezza. La disumanita’ sta nel lasciare queste 40 persone al limite delle acque territoriali italiane aspettando che, ad una ad una, le loro condizioni di salute peggiorino per portarle a terra con evacuazioni mediche, come avvenuto nei giorni scorsi. Ancora una volta si usano naufraghi come ostaggi per una patetica e brutale dimostrazione di forza del governo italiano che, a ben vedere, rivela tutta la sua impotenza, se e’ vero come e’ vero che negli stessi giorni sono giunti a Lampedusa centinaia di altri naufraghi a bordo delle motovedette della Guardia costiera italiana o direttamente in porto con imbarcazioni di fortuna”.
Graziano Delrio, (PD): “In partenza per Lampedusa per monitorare la situazione della Sea Watch e continuare la nostra azione contro il comportamento disumano del ministro Salvini e dell’intero governo che sta tenendo in ostaggio da settimane 42 naufraghi”.
Nicola Fratoianni, (Sinistra Italiana): “L’unico sbruffoncello sulla scena e’ Matteo Salvini. Con l’aggravante di essere un ministro della Repubblica. La pianti con la sua indegna propaganda giocata sulla pelle di persone inermi e faccia sbarcare subito i naufraghi che da quasi due settimane ha costretto in mezzo al mare. E, se ne e’ capace, – conclude – Salvini si vergogni un pò”
Anna Rossomando, (PD): “Le parole di Giorgia Meloni fanno rabbrividire, come può chi rappresenta le istituzioni esprimersi con tale violenza. Il limite è ormai superato, 43 persone sono in mare da giorni e giorni. Intervenga Conte e ponga fine a questa sadica situazione che sta sfuggendo di mano. La propaganda sulla pelle di esseri umani no, non è tollerabile”.
Gregorio De Falco, (ex senatore M5s): “La Corte Europea dei diritti umani ha chiarito che esiste un principio di responsabilità che impone comunque di tutelare la vita e l’integrità fisica di ogni naufrago.Ha ritenuto che in questo momento per i naufraghi non vi sia un pericolo di vita, alla integrità fisica irreversibile, attuale ed imminente, il solo presupposto che avrebbe potuto, in questa fase, legittimare il suo intervento sull’Italia. Questo non significa che non debba entrare nel merito in un secondo momento, valutando il comportamento del nostro Paese. Chi sbraita e ciancia di vittorie immaginarie o è in malafede, oppure non ha letto il comunicato stampa della Corte Europea dei diritti umani”.
Loredana De Petris, (Liberi e uguali): “di fronte al disgustoso comportamento dell’Italia e dell’Europa, il cui cinismo di fronte alla sorte e alle sofferenze dei profughi della Sea Watch e’ stato assoluto, la comandante della nave, Carola Rackete, ha fatto quel che ogni essere umano dotato di coscienza e senso di responsabilita’ avrebbe fatto. Ha scelto di forzare il blocco e salvare 42 vite nonostante i rischi che cio’ comporta. L’Italia – rimarca – non e’ Salvini. Milioni di italiani sono solidali con i profughi che il governo ha lasciato per 42 giorni in mezzo al mare e con la comandante che ha deciso di disobbedire a un ordine iniquo per portarli in salvo. Ora – conclude De Petris – sta a tutti noi fare sentire il peso e la forza di questa solidarieta’, a fianco della comandante, dell’equipaggio della Sea Watch e dei rifugiati che hanno diritto a un riparo sicuro subito”
Giorgia Meloni (FdI): “Contro la volontà del governo italiano, dello Stato italiano, della sovranità italiana, la Sea Watch viola i nostri confini ed entra nelle acque territoriali italiane con l’obiettivo di portare gli immigrati clandestini che ha a bordo sul nostro territorio nazionale”.
Francesco Laforgia, (Liberi e uguali) : “Contro gli esseri umani Salvini schiera la forza pubblica. La Sea Watch e’ appena entrata in acque italiane per necessità e senza provocazione. La smetta il governo italiano di negare i diritti umani”.
Matteo Salvini, (ministro dell’Interno): “Ma stiamo scherzando? I confini di uno Stato sono sacri, le leggi di uno Stato si rispettano. Chi sbaglia paga, lo dico anche a quella sbruffoncella della comandante della Sea Watch che fa politica sulla pelle dei migranti. Il comandante ha deciso di entrare a Lampedusa? L’autorizzazione allo sbarco non c’è. Piuttosto schiero la forza pubblica. Chiamerò il premier Conte ed il ministro Moavero. Non esiste che paesi europei se ne fottano di quello che fanno navi battenti bandiera del loro paese, un comportamento indegno. E’ l’ennesima dimostrazione che l’Unione europea, dal punto di vista dell’immigrazione, è assente, non esiste. Ma – aggiunge – c’è un limite alla sopportazione. Abbiamo già dato, ospitato, accolto. I confini di un paese sono sacri e le leggi si rispettano”.