Sea Watch non si ferma all’alt e arriva a Lampedusa. Salvini: “Commessi due reati”
La nave della Ong, Sea Watch è già entrata in acque territoriali italiane e non si è fermata all’alt intimato dalla motovedetta della Guardia di Finanza che ha raggiunto la nave Sea Watch in acque territoriali.
“Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa. So cosa rischio ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo”: questo il testo pubblicato su Twitter dalla comandante della Sea Watch, Carola Rackete.
Il ministro dell’Interno Salvini non ha perso tempo per ribadire le proprie posizioni: “C’è un’evidente flagranza di reato. Cosa aspetta qualcuno ad emettere un ordine di arresto?”. Secondo il ministro la Sea Watch 3 “ha commesso due reati: il primo entrando in acque italiane andando contro il provvedimento firmato da me e dai miei colleghi Trenta e Toninelli che negava il transito alla nave; il secondo con il rifiuto a fermarsi all’alt intimato dalla Guardia di finanza. E’ come se uno non si fermasse davanti ad un blocco stradale; in questo caso viene subito arrestato. Mi auguro che chi di dovere intervenga su questi fuorilegge”.
E come sempre in questi casi, a Salvini risponde il sindaco di Palermo Orlando: “Il governo nazionale, con la maschera del ministro dell’Interno e con l’approccio disumano che vuole criminalizzare chi salva vite umane in mare, agisce in spregio ed è ormai esso stesso un insulto alla storia, alla cultura e al diritto dell’Italia e degli Italiani”.
Il porto di Lampedusa rimane aperto per tutti i migranti che arrivano con barchini e gommoni scortati o rimorchiati da motovedette, tranne che per le Ong. Infatti proseguono gli sbarchi di poche unità alla volta, come quello di ieri sera, mentre rimangono in mare da quasi due settimane i 42 migranti a bordo della Sea Watch 3. Ieri sera sono arrivati otto migranti su un barchino trainato da una motovedetta. Si tratta di giovani adulti in buone condizioni originari probabilmente della Tunisia.
Nei giorni scorsi erano arrivate cento persone in poche ore. Sull’isola prosegue la protesta pacifica davanti al sagrato della chiesa di Lampedusa dove anche questa notte un gruppo di persone, tra cui il parroco don Carmelo La Magra, ha dormito all’aperto. Analoga iniziativa anche a Palermo dove ieri sera si è tenuto un sit-in davanti al sagrato della cattedrale per chiedere lo sbarco dalla Sea Watch, da cui era giunto ieri l’appello accorato dei migranti: “Siamo stremati e disperati, fateci sbarcare”.
Dall’isola più voci si sollevano per rimarcare che l’ennesimo sbarco dimostra, “come l’accoglienza funzioni per chi arriva autonomamente a Lampedusa, mentre chi è stato salvato da Sea Watch è ancora in attesa. Sembra che i diritti delle persone dipendano da chi li salva e se si è salvati da una ong, sei costretto a uno stillicidio che può durare per settimane”.
🔵 Aggiornamento dalla nave: la Guardia di Finanza è ancora a bordo e si attendono istruzioni.#SeaWacht3 pic.twitter.com/DzTexpGS1v
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) 26 giugno 2019
Sul fronte della Sea Watch giungono voci non smentite dalla portavoce, che il capitano Carola Rackete, starebbe pensando di violare il divieto di ingresso nel territorio italiano per far approdare a Lampedusa i 42 migranti. La decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ieri ha negato la richiesta di sbarco, non sembra avere cancellato il progetto e per sostenerlo è stato lanciato un appello dalla Ong:”Se il nostro capitano Carola porta i migranti soccorsi in un luogo sicuro, come previsto dalla Legge del mare, deve affrontare multe salate in Italia. Aiuta a difendere i diritti umani e dona al fondo di assistenza legale Sea Watch”.