L’assessore palermitano Darawsha, la gaffe sulla legittima difesa e il “pentimento”
Adham M. Darawsha è da pochi giorni il nuovo assessore alle ‘Culture’ del Comune di Palermo. Ma non solo: ha anche la delega agli spazi museali ed espositivi, alla toponomastica, alla partecipazione democratica e alle consulte. Adham M. Darawsha è palestinese e – come si legge qui – è laureato in medicina.
Premesso ciò, l’assessore si è lasciato andare su Facebook a un commento – poi rimosso e sostituito – decisamente poco istituzionale, sulla legge sulla legittima difesa approvata poche ore fa.
Ora, può piacere o non piacere quanto approvato dal Parlamento, ci sta l’uso dell’aggettivo “scandalosa” ma è il seguito del commento postato sul proprio profilo che ha lasciato alquanto perplessi: “Lo Stato autorizza tutti i cittadini a sparare in libertà… Un vero orrore! Ma con quali soldi si potranno comprare gli armi da fuoco? Ovvio… con quelli del reddito di cittadinanza”. Con tanto di hashtag #mezzaparola che fa tanto palermitano.
Beh, le idee sono idee e vanno rispettate ma il ruolo – a cui probabilmente Darawsha non si è ancora abituato – suggerirebbe ben diversa prudenza e linguaggio consono, soprattutto su temi così delicati che hanno diviso il Paese, dando vita a una legge ‘difficile’, fortemente voluta dal vice ministro Matteo Salvini, apprezzata da molti, contestata da tanti. Da un assessore, per di più con delega alle Culture, laureato in medicina, non ci si aspetterebbe così tanta superficialità nel commentare un fatto legislativo – politico.
L’unica nota positiva è che qualcuno se n’è accorto e magari ha suggerito all’assessore di porre rimedio. O forse lui stesso ha avuto un indispensabile ripensamento. Sì, perché sul suo profilo Facebook non c’è più traccia di quanto ormai ‘screennshottato’ a dovere da molti (i social non ti perdonano niente). Il post è stato sostituito con queste parole, decisamente più… diplomatiche: “Sono fieramente contrario alla legge sulla legittima difesa. Un invito alla violenza e alla logica della resa dei conti fai da te!“. Beh, decisamente meglio…